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Ascoltare i suoni emessi dall’insieme di parole che quest’autrice accosta con la precisione armonica di una partitura per orchestra, non è difficile, basta lasciarsi andare sull’onda dei versi e non pensare alle matematiche della poesia. Doris Emilia Bragagnini, con la sua “musica” ci risucchia in un vortice di sensazioni che esulano dal comune, che s’insinuano tra le pieghe dell’anima facendoci sentire là, in quel momento. L’effetto presenza è un punto di forza di questa sua poetica che ha uno schema unico perché personale e diventa difficile discernere la poetessa dalla donna perché lei, Doris, è così. Da lettore entusiasta della Bragagnini dico che c’è tempo per entrare negli intrinseci significati, nei perché di quel tipo di strutture e di metriche o del vocabolario; avventurarsi nel suo territorio poetico attraverso quei sentieri di crome e sincopi, sospensioni e allungamenti, è davvero emozionante, tanto da permettere di riuscire ad escludere l’audio della fisicità per “sentire” solamente il suono dello spirito che muove la sua poesia. (Sebastiano A. Patanè-Ferro)
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Circonduzione di capace (la danza)
Sfuma anche la rabbia parole come stillicidio dei giorni
chiaroveggenze figurate di: vene, slabbramenti agli orli
e silenzio – ombra – vuoto – anima – grumo come
stelle – luna – cattedrali – gabbiani sì, anche loro
mi fanno vomitare
gli spalancamenti sgocciolati, non per voyeurismo di misura
ma nel ventre ripetuto così tanto, oh tanto di tanto in tanto
da perdere diritto di dimora gli organi interni {*femminili*}
Non sei tu che chiamo nei paraggi di una me qualunque
a ogni ora, di ogni giorno – qualunque giorno, di cui penso
non ci sarà più tempo, non ci sarà più modo
di fingerti astrazione scantonando verosimilari versi per asporto
i vagoni sono pieni di giunchiglie trapassate
aghi di pino sotto la vestaglia (in lana di lama) fino al soffitto
non teme coricarsi il fachiro di fiducia e il fianco
il fianco amabilmente sanguina, a ruota di pavone
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Claustrofonia
il muro tace, non risponde più
si lascia guardare angolandosi
in riproduzioni lessicali nei passi
o sfarfallii – armati – sottoluce
ogni tanto un urto di temperatura
differente, a porte chiuse ] tolte le dita
da maniglie ingoiate a sorsi uscite laterali
agglomerate al bolo circolante, contropelle
la risalita dei ricordi sfida il cemento
dell’anima in guardiola, divelta e sugosa
chiaroscuro del Merisi
stretto chicco d’uva fragola come fosse un uragano
moltiplicato a schizzi su pareti in guanti bianchi
divaricate a terra ora
“… tu aprimi al tuo fiato singultato, viola di Tchaikovsky ”
Serra d’inverno
filtra ad angolo retto la vita sul linoleum
sono forse luci vere quelle, franate
a capoverso di corsia
un’ovatta scintillante captapensieri
se chi mi dice il nord è compagno di sventura
e la linea d’orizzonte guarda basso
ma noi avremmo inciso i polsi a pleniluni
tanti tempi in un bicchiere solo tuo
da passarmi sulla fronte dopo
tu mi sfioravi come le spighe correndo
il viso verso l’alto perdendomi dal palmo
Doris Emilia Bragagnini nata in provincia di Udine (dove tuttora risiede), definisce così la sua essenziale biografia: ”nata nel nordest vive da sempre a due passi da sé, qualche volta v’inciampa e ne scrive”. Suoi testi sono presenti in alcuni periodici online e cartacei tra cui Carte nel Vento a cura di Ranieri Teti, EspressoSud a cura di Augusto Benemeglio, Noidonne a cura di Fausta Genziana Le Piane, in varie antologie (tra cui Il Giardino dei Poeti ed. Historica e Fragmenta premio Ulteriora Mirari ed. Smasher), in blog e siti letterari come Neobar e Il Giardino Dei Poeti (collabora in entrambi come redattrice), Carte Sensibili, Via Delle Belle Donne, La Poesia e lo Spirito, La Dimora del Tempo Sospeso, Poetarum Silva, WSF, Linea Carsica. Ha partecipato ai poemetti collettivi “La Versione di Giuseppe. Poeti per don Tonino Bello” e “Un sandalo per Rut” (ed. Accademia di Terra d’Otranto, Neobar 2011). Il suo libro d’esordio è “OLTREVERSO il latte sulla porta” (ed. Zona 2012). Menzione speciale per il testo “Claustrofonia” sezione “Una poesia inedita” Premio Lorenzo Montano 2013 e per il testo “Di fuga Soluta” nel 2016. E’ stata premiata con segnalazione la silloge inedita “Claustrofonia” al Premio Lorenzo Montano 2017, e premiata ancora con segnalazione al Premio Lorenzo Montano 2018 per la poesia inedita “Determinismo Verticale“. Edito Claustrofonia. sfarfallii – armati – sottoluce (Giuliano Ladolfi Editore 2018).
14 novembre 2015 alle 20:03 |
La tua voce unica, Doris. La tua sensibilità che sfiora gli oltremondi dell’essere e degli universi stessi.
Amo le tue parole, il tuo modo di comporre, il tuo essere Doris, solo soltanto Doris… La tua pelle che si intride perfino di uno sguardo verso l’alto per tentare di comprendere ciò che accade quaggiù – nella ragione del chicco… Sei fantastica!
Un abbraccio,
Nina*
*Ogni Bene, Cristina! Un saluto a tutti.
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21 novembre 2015 alle 00:27 |
Cara Nina, che gioia leggere il tuo pensiero, vedere come tu vedi, trovarti qui amica luminosa… un grande abbraccio!
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6 giugno 2014 alle 16:47 |
Sonia e Margherita, grazie della vostra visita e della vostra opinione.
Marg, il tuo commento è esso stesso poesia (onorata e felice che tu senta così quello che scrivo)…
D.
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6 giugno 2014 alle 16:42 |
Grazie Cristina per la testimonianza del tuo pensiero, lo leggo ora con gioia!
D
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5 novembre 2013 alle 08:17 |
l’ho detto spesso e lo ripeto ancora: la voce poetica di Doris è inconfondibile.
i contenuti sono vitali, veri, non si adattano a schemi romantici, ma conservano la delicatezza di un’anima che sa trarre dal profondo e sofferto, la poesia.
cb
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26 ottobre 2013 alle 20:38 |
la poesia di Doris ha scandagli emozionali profondi e affilati, che toccano le faglie dell’essere proprio sui bordi, fuoriescono quindi “singulti”, lave cremisi, sguardi, nei quali l’improvviso farsi lessicale rende al lettore, non chiaramente, ma per un darsi spezzato, in chiaroscuro, o in un solo particolare ancorché nitido, ciò che altrimenti tornarebbe a inabissarsi.
è una poesia di anelli che non consente di perdersi/ci. Perciò un dono. grazie
e un abbraccio
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26 ottobre 2013 alle 17:00 |
claustrofonia
il muro tace, non risponde più
si lascia guardare angolandosi
in riproduzioni lessicali nei passi
o sfarfallii – armati – sottoluce…
Oggetti danzano con parole, rispettandosi l’un l’altra, figure create ad arte in chiaroscuri toccano con delicatezza e profondità. Complimenti Doris, grazie.
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21 ottobre 2013 alle 21:43 |
Cristina, Romeo, Narda, Sebastiano… grazie sempre per le vostre parole, il pensiero, l’attenzione che da voi ricevo in dono (prezioso).
Vi saluto tutti caramente.
Doris
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21 ottobre 2013 alle 18:08 |
Ti ringrazio, Doris, per avermi citato, col mio modesto parere, a presentazione delle tue splendide poesie. Ha perfettamente ragione Romeo quando dice che il tuo non è un libro tra i mucchi ma qualcosa da tenere sempre presente. Ti abbraccio forte e forte abbraccio la cara Cristina che ti/ci ospita.
Grazie.
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21 ottobre 2013 alle 14:46 |
Gli ultimi due versi dell’ultima poesia meriterebbero un trattato di poetica e contenuto, dicono di noi in modo suggestivo la difficoltà o la incapacità di fermarci per incontrarci e lo dicono con le immagini agresti più semplici e più vere, cioè più vicine all’essenza della verità. Brava, Doris.
Narda
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21 ottobre 2013 alle 13:18 |
Inconfondibile, e non tanto per lo stile che comunque ne distingue il percorso, ma per questo senso di autenticità che sempre i suoi versi mi lasciano addosso insieme alla percezione di ” costo ” che ha lo scrivere. E’ un libro che non si ammucchia con gli altri, rimane sempre li, in sospeso, tra una volta e un’altra.
Bravissima Doris e grazie per questa pagina
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