Biagio Cepollaro

by

cepollaro

 

 poesie da La Curva del giorno
L’arcolaio Editrice


*
il corpo scrive il suo poema e lo fa a giornate
questa è la sua scansione accordata al pianeta
e alle stelle che gli coprono il sonno
ogni mattina prova a riprendere dove
di sera aveva lasciato talvolta aspetta
che asciughi talvolta mescola e sovrappone

*
il corpo cresciuto su se stesso per più di cinque
decenni ha visto mutare forme e modi del desiderio
ora nell’abbraccio non sente distanza ma sempre di più
avverte il medesimo: il comune diventa motivo
di compenetrazione tenera come prendendosi cura

*
il corpo sente la sua felicità come uno stato assai precario
ma anche miracoloso e vorrebbe dirne e scriverne quasi
che queste operazioni scolpissero nella pietra i segni
del suo giubilo

*
il corpo conduce la sua vita facendo astrazione dalla collettiva
mitologia che unica attraversa il globo condizionando immagini
e azioni: è come se in memoria avesse un altro tempo quando
i corpi nel loro insieme si pensavano come storia e come progetto
quando la speranza non era solo di sopravvivere ma di vivere insieme

*
il corpo si sa storico per sua intrinseca durata e per suo inevitabile
e progressivo decadimento ma si sa storico anche per contrasto
una volta gli altri erano avvertiti da lui come compartecipi non era
felicità se non collettiva e da soli uno poteva solo riprendere
fiato ma non vivere la vera vita se non come diminuzione

*
il corpo è stato a lungo sollecitato nel piacere e anche
ogni mattina nell’andare al lavoro grazie alla prontezza
degli arti alle buone articolazioni che danno il giusto
vincolo al moto. ora alla finestra si sofferma di fronte
al parco mentre da sopra il nuvolo scoraggia ad uscire.
una brulicante umanità si muove e così anche tra le foglie

*
il corpo sa che il palazzo di fronte non si regge
per la sua grammatica ma per la pietà del sisma
che lo risparmia: è questione di proporzione ed è
meglio abituare lo sguardo al grande per non
credere che il piccolo basti e che sia tutto: la forza
del fragile è stare dentro una certa verità delle cose

*
il corpo fa del pensiero un modo per meglio
godere della luce: trattiene tra le sue dita
e accarezza così come può fare l’ultimo
riflesso prima di sparire dallo specchio
questo ha sapore e questo sapore è l’unico
sapere che sa: il resto è scala da rigettare

*
il corpo nel verso dice la sua presenza
sfuggita al racconto della storia e non compresa
neanche dalla presunta compattezza
di un io: lui è là che si muove o sta
nella consumazione cellulare che viene
non detta -prima e dopo- ogni parola

*
il corpo nel verso si sottrae al senso
stabilito e si muove come se non vi fosse
argine e direzione: è luogo questo
dove sembra fermarsi il potere
tale è l’impatto del singolo corpo
che di sé nella lingua fa allegoria

*
il corpo non chiede al verso di mentire e di rendere
importante quello che è solo un gioco di parole chiede
solo modo di spandersi nel suono e nell’immagine così
come si spande in altro corpo mescolando sempre
all’ascolto il piacere di dimenticare sé in altro nome

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7 Risposte to “Biagio Cepollaro”

  1. biagio cepollaro Says:

    Grazie a tutti voi per l’attenzione e per
    l’apprezzamento! Biagio Cepollaro

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  2. Antonio Devicienti Says:

    Un’anteprima di assoluto pregio che continua un tema caro a Biagio Cepollaro e che gli consente di sfuggire ad ogni tipo di sentimentalismo e psicologismo per approdare ad uno stile equilibrato e sapiente nelle sue scansioni sia concettuali che ritmiche. Grazie per questa proposta.

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  3. cristina bove Says:

    grazie Biagio, di averci donato la tua Poesia.
    cb

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  4. nestore22 Says:

    Il libro uscirà entro il mese di dicembre. Ringrazio gli amici qui intervenuti. Grazie dall’editore.

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  5. fattorina1 Says:

    Questo corpus di versi che usano il corpo come misura delle cose e delle sensazioni, è originale e ben scritto. Le poesie hanno una loro armonia e non scelgono intrichi e incroci, non misurano distanze ma entrano dentro il corpo della vita,
    Riscrivo un’intera poesia che credo fornisca una qualche ragione e, non lirica, non si distende nel narrato:
    “il corpo nel verso dice la sua presenza
    sfuggita al racconto della storia e non compresa
    neanche dalla presunta compattezza
    di un io: lui è là che si muove o sta
    nella consumazione cellulare che viene
    non detta -prima e dopo- ogni parola”

    Narda

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  6. mariapiaquintavalla Says:

    bello leggere vera poesia GRAZIE BIAGIO carissimo, Maria Pia Q

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  7. cvmargaretcollina Says:

    buone feste!

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