Siamo davvero cosa di stelle?
Polverizzate stelle di cose sbriciolate
gravide di sale d’oceani disseccati
pioggia di marte che soffoca
negli anfratti la disperanza
nei tunnel le navi preparate e noi
imbraco e laccio
di lacrime dense di novellose storie
chi lascia le ossa chi i natali
oh morir d’amor d’amor morire
dormire e poi lasciarsi andare
oh la pula di farro e il raccolto
nell’elastico del tempo a catapulta
oh la pula, la loppa, le scorie
il perso e il ritrovato
nel vento il perturbante
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Tag: Antonella Pizzo
28 Maggio 2015 alle 16:19 |
lo commentai e me lo mangiò: segno di inimicizia digitale: ammiro e mi nutre la crescita , o espansione della tua poesia, oh Antonella! che di poesia ci cibi, come le tue e le nostre stelle… ora più vicine Grazie. Maria Pia Quintavalla
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20 Maggio 2015 alle 19:06 |
Antonella è una grande poetessa, padroneggia linguaggio e metro, trattiene il sentimentalismo per offrirci visioni e riflessioni; le parole le si adattano al contenuto come uova nel nido; c’è vera maestria nel suo dettato e ne sono riprova nel perdurare degli anni del canto e di un dolore che che non si denuda, s’affaccia e si lamenta parco.
Narda
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