Il paradosso di Copernico
Scriverò del paradosso di Copernico
di essere qui eppure altrove
Immobili e già andate
le mie bambine
le mie ragazze
e l’amante fidanzata sposa
La figlia poi madre poi figlia ancora, differente
Andate in una rivoluzione di cellule.
Inesorabile nel conto degli anni
ricambiò il corpo e la mente.
Confonde i ricordi della pelle
come quelli delle labbra
e dell’udire
Ogni senso ogni pensiero appartenuto ad altra
Di esso un’orbita nella materia
solco che rapido si rimargina
E si ostinano a chiamarmi
con il nome della nascita
Ciò che è scritto già non mi appartiene
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Tag: Claudia Zironi
7 novembre 2015 alle 19:57 |
Ciò che è scritto già non mi appartiene
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