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Piogge sparse e possibilità di neve al nord.
Tre parole, dite tre parole nuove
a questa gente del cazzo che ne conosce venti
venti con il resto
e dentro tutto quanto, raccontato
con solo venti squallide parole
logore e sbiadite come queste facce
che guardi senza capire
se ridono se piangono
se mentono o se bevono.
Tre parole e poi ancora tre per levarsi di torno
le robe le cose i così e le rose
d’estate le more
d’inverno la neve non vado a votare
e colpa dei negri la puttana fa male
“ buon Natale ”
( tre parole nuove )
– che tempaccio!
– s’immagini terra, e poi di avere sete.
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Tag: Romeo Raja
29 aprile 2016 alle 09:42 |
grazie gio, di tutto.
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28 aprile 2016 alle 18:39 |
Grande Romeo! Da sommo ignorante simpatizzante di poesia, ho trovato esaltante questo tuo sofferente minimalismo scrittorio congegnato con pensieri scarni e diretti. Ti avverto come un poeta non poeta, cui rifiuta e combatte il logoro cliché che compiacente attanaglia il tenero narcisismo di un massivo coacervo di operatori in forze alla lirica contemporanea. Un abbraccio a te e a tutti i poeti.
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28 aprile 2016 alle 11:39 |
Grazie Cristina, non conservo quasi nulla, ma questa pagina, non so spiegarti il motivo esatto,è tra le pochissime cose che ho tenuto.
Un abbraccio.
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28 aprile 2016 alle 15:55 |
grazie a te, Romeo, però devo dirti che è merito di Doris, l’averti “ripescato”…
con mio grande piacere, s’intende!
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