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Emiliano Cribari – Luigi Paraboschi

18 marzo 2023

 

Ogni volta che leggo qualcosa di questo autore divenuto ormai amico senza esserci conosciuti che solo attraverso le sue poesie e le foto dei suoi camminamenti sull’Appennino, provo dentro me un senso di affinità di sentimenti e di emozioni che non molti altri autori mi comunicano.

Questo non è un romanzo, non è un libro di viaggio, neppure una raccolta di poesie, è la sintesi che egli ha fatto quasi quotidianamente delle proprie riflessioni durante lo svolgimento del lavoro di libraio errante, come egli sa di essere, che ha messo in un piccolo libretto per regalarle  ai lettori nutrendo la speranza di condivisione.

Qual è esattamente il lavoro di Cribari ? Raccoglie libri usati, in giro per case che si devono traslocare per bisogno di spazio da parte dei proprietari, ovunque egli trovi qualcuno che abbia necessità di sgomberare nuove o vecchie biblioteche.

Li carica sulla vecchia Panda, dopo averli smistati in base a criteri che non mi è dato conoscere, e, giorno dopo giorno si mette in macchina per recarsi sui vari mercatini ambulanti attorno al luogo dove egli vive, aprire il banchetto e attendere i clienti.

L’incertezza che sta sempre alla base del lavoro di questo poeta è ben espressa in questa  riflessione riportata a pag. 101

… non c’è scelta di vita che mi dia serenità. Il mio tormento non deriva da scelte che faccio ma da ciò che io sono.

Penso che un lettore non superficiale, di fronte a questa affermazione, non possa che sentirsi incuriosito ad approfondire l’autore e porgo di seguito quest’altra di pag  36:

“… a cosa serve invecchiare? Io voglio morire al più presto, nel sonno.

 Ne aggiungo un’altra di pag. 30 che ribadisce una vocazione espressa con molta chiarezza nei libri precedenti

…”io voglio essere un uomo dei boschi anche in mezzo ai palazzi”.

Ancora a pag. 74 c’è:  

“… ho bisogno di sentirmi accolto“

e a pag. 67 quest’altra:

“… ho paure lunghe decenni“

Quanto leggiamo è sintomo di fragilità e di sensibilità molto accese che spesso attraversano l’animo anche a molti noi e che solo i più bravi talvolta riescono anche a trasmettere al lettore con  qualche verso di poesia.

C’è una brevissima frase di pag. 46 che riporto:

 “… oggi è tornata a trovarmi B.

Leggendola non ho potuto fare a meno di andare con la memoria a certi passi che si trovano nel diario di Cesare Pavese, ove lui scriveva la stessa sintetica e riservata frase, rifendosi alla famosa Costance, amata tanto a lungo.

Forse sono fuori strada nell’interpretazione degli scritti di Cribari ma il B. appuntato mi ha aperto questo spiraglio di lettura al quale non sono riuscito a sottrarmi e lo collego a un bisogno profondo di vicinanza con qualcuno che  possa condividere quest’altra frase i pag. 39:

“… sono travolto dalla tenerezza“

è così’ intenso il bisogno di vicinanza nell’autore che di fronte ad un signora che rifiuta di accettare il piccolo resto del suo acquisto, che lo induce a scrivere a pag. 40: “ …la donna che ride con gli occhi compra tre libri ma non vuole che le dia il resto: e aggiunge “E come potrei? Tu mi hai reso felice.”

Un’altra persona lo porta a commentare a pag. 31

“…. ha pagato e se ne è andata a passo lento appoggiandosi ad un bastone con il libro sotto un braccio. Avrei potuto piangere.”

Mostrarsi a coloro che egli incontra lungo la strada non è sempre gradevole, c’è di ogni tipo su una piazza del mercato, leggiamo a pag.48

“… mi domando in fondo cosa cercano, le persone, quando cercano“

però  di contro troviamo anche espressioni di serenità, esempio a pag.43  

“… oggi ho incontrato quasi soltanto persone gentili“

e aggiunge a pag. 65:“ essere gentili spalanca le anime“.

 L’amore per la lettura e per i libri lo ha indotto a fare il lavoro scelto sperando che il tempo gli dia ragione quando scrive a pag 45: “… magia dei libri. Che dal nulla s’inventano ponti, invisibili strutture capaci di trasfondere persone.“

Concludo questa mia visita al lavoro di un amico con questa frase che racchiude la più chiara spiegazione attorno al suo amore per la scrittura:
“…la poesia nasce da attese disilluse. Ogni parola è stata prima delusa“

Questa è la mia interpretazione di una vocazione per la poesia simile a quella   di Dino Campana, altro poeta errante sull’Appennino, che si può  condensare in questa frase  di pag. 91 che scelgo  come finale:

“… ho una voglia disperata di camminare per chilometri e chilometri. Tutto a diritto- Da solo“

 luigi paraboschi

                               

                             

                               

Emiliano Cribari

Poeta, fotografo, camminatore.
Dal 1999 ha iniziato a sperimentare nel contesto di svariati ambiti artistici: dalla poesia al teatro, dalla fotografia all’audiovisivo.
Parallelamente, ha maturato alcune esperienze professionali anche nel campo dell’editoria e del giornalismo.
Dal 2015 ha iniziato a sviluppare progetti fotografici di carattere personale, soprattutto su tematiche sociali. Nel 2019, come guida ambientale escursionistica, ha dato vita alle “cammina-te letterarie”, escursioni di gruppo caratterizzate da letture poetiche.
Ha pubblicato La cura degli istanti (Transeuropa, 2019), La vita minima (Ani-maMundi, 2020), Errante (AnimaMundi/emuse, 2022), Mar d’Appennino (Edi-zioni dei Cammini, 2022) e Il valore dell’aria (EC, 2022).
Ha inoltre curato il riadattamento in lingua italiana della raccolta di poesie La saggezza del condan-nato a morte e altre poesie di Mahmud Darwish (emuse, 2022).