Alberto Figliolia per “Eco di Neve”
Ada Crippa ha un talento versatile. La puoi vedere cimentarsi in una Poetry Slam, competizione a suon di versi fra autori, i più eterogenei, che si espongono, rispettando determinate regole, al giudizio del pubblico – si tratta sovente di performances, di un pirotecnico e magmatico “agonismo poetico”, un incrocio fra poeti e rapper, ben più che una moda o un fenomeno di tendenza, in ogni caso una manifestazione artistico-letteraria di qualità, con una forte matrice e fruizione orizzontale, democratica e popolare. La puoi ammirare, Ada Crippa, come poetessa civile, con l’impegno genuino e totale per ogni giusta causa. E la puoi scoprire immersa nelle magiche atmosfere dell’universo haiku, alle vibrazioni armoniche in 5-7-5 sillabe con suggestioni d’infinito.
Fiori di pruno
avvolti dalla neve.
Quale stagione?
Tra folte felci
si riposano pietre.
Tempo che dice.
Cielo cobalto
m’avvolgo sulle spalle.
Arnia di sogni.
C’è un’orchestra
tra le foglie dei rami.
Sonata d’ali.
Là sulle cime
altissima la neve
parla col sole.
Stretta tra gole
una chiesetta antica
veglia la pace.
Ve ne abbiamo proposti alcuni (peraltro formalmente perfetti) affinché possa comprendersi la pienezza dell’ispirazione di Ada Crippa, quella sua capacità di cogliere l’attimo, il flash d’eterno che si cela in un istante, l’hic et nunc che dovremmo saper cogliere come il più pieno e dolce dei frutti. E fluisce, soave e possente, delicato e struggente, forte, il fiume della natura, anche se sei ai margini della megalopoli, nel cuore di un impero fatto di capannoni e tangenziali. Ma, si sa, i fiori bucano il cemento e un oleandro può colorare il più grigio dei balconi. E, se tendi l’orecchio (esteriore e interiore) all’ascolto, puoi udire la neve cadere, coprire il mondo di purità e coglierne l’eco nello spazio e nel tempo. Così, con questa nuova consapevolezza, anche il nostro destino odora e sa di luce, nostalgia e amore.
Pasquale Matrone per “Acqualuna” in video poesia
L’ “impasto” sapiente di versi, musica, immagini, luce offre una testimonianza eloquente del kantiano “sublime dinamico”. Grazie, carissima amica: mi ha regalato perle purissime, svelando un’anima toccata dalla divina grazia… Ho ascoltato. E avevo la sensazione di partecipare a una preghiera corale alla Sacra Bellezza… Invito gli amici a “saccheggiare” questo video e ad ascoltarlo tutte le volte che vogliono trovare conforto alle ferite a loro inferte dall’egoismo, dall’incapacità di amare, dall’invidia o dalla bestialità paranoica di chi odia tutto il genere umano perché odia sé stesso.
Verso te
Hai capelli blu mare
on indizi di schiume
una notte, una stella scese
raccolse l’onda a piene mani
per fartene dono
così, che i segreti delle luminose Pleiadi
caro a Saffo
alla tua voce fossero canto
come delle Nereidi il corpo leggero
d’acque – fluire verso
Dedicata a N.V.
*
Viene la sera
In punta di piedi
senza rumore
i suoi passi blu
sui fili rosa
dell’equilibrio
La luna nel secchio
La luna è nel secchio
tremula
fatica della mano al fondo
nell’ondeggiar dell’acqua
ritta o seduta sull’orlo del pozzo
guardo l’argenteo riflesso
fluttuante
le voci spente della notte
tessano di seta tutt’attorno
il loro manto
nell’alveo un nodo di pianto
si compone e si scioglie
Eros Olivotto prefatore de “ Tra l’aria senza forme”
Scarna ed essenziale, quella che la poetessa persegue è una lingua lontana da certa letterarietà, le cui strutture creano un effetto estraniante, offrendo quindi un diverso spazio di riflessione. Lo stile piano, mai povero, si avvale di un lessico che spesso si affida all’utilizzo di termini concreti, cioè aventi uno stretto legame con la realtà quotidiana, assicurando in tal modo al dettato un’autenticità non facilmente riscontrabile. Pur non rinunciando al gusto del frammento, già evidenziato nella raccolta “Eco di Neve”(Ed. La Vita Felice) In questo lavoro l’autrice propone un dire più discorsivo, il cui ritmo, che potremmo definire icastico, è assicurato dallo scorrere delle immagini, della loro puntuale cadenza e precisione. C’è un testo, al riguardo, una lirica raffinata, particolarmente adatta ad evidenziare la tensione alla ricerca della bellezza e della sua messa in luce, che proponiamo come chiusa preziosa di questa nota:
Fiocchi
fiocchi
cadono
fitti fitti
faville
fatte
fili
fumo
forme
a intessere nuvole
nell’atelier della sostanza
l’abito bianco
a guisa di tulle alla terra
ammutolisce e incanta
*
Ancora non c’è la rosa
di bellezza esplosa
al cielo di maggio
ma porta il gambo
– al farsi delle regina –
le damigelle spine
perfette all’inviolabile
Dolore
Gridava il dolore
dentro a una muta stanza
come lupo braccato
e senza peli
il gelo sentiva
come fuoco
bruciarle la carne rosa
rosa d’agnello
Gli imperi grondano sangue
e tappeti infiniti si stendono
ai carnefici
Parola, mia parola
fatti lama
fatti erpice che rigira
zolle al sole
*
Il mondo non ha bisogno di me
né di te
eppure ci nutre degli altri
la vita
vedi dunque di filtrare il veleno
prima di versarlo
nei solchi della storia
We bilieve in peace
Noi crediamo nella neve che scende
nel suo valore
– balsamo sulle rughe della terra e altre cose –
lasciate gli stormi volare
e bianca ci ritorni la neve
La forza della bellezza
Così, innalzata mi sento
– danzatrice tesa piuma
nelle mani elevate
del danzatore –
quando bellezza altrui e altre cose
pervadono straripanti
le strade tutte del mio corpo
lì vorrei restare
tra l’aria senza forme sublimata
e poi nuova – discendere
Ada Crippa nasce ad Agrate Brianza dove tutt’ora vive. Scrive poesie da quando ha imparato a leggere e a scrivere. Proviene dal mondo operaio e dalla militanza politico- sindacale.
Ha pubblicato cinque raccolte e due plaquette
Raccolte:
Antimenti – Antologia a tre Voci- 1989 (prodotto in proprio)
“Vele” – LietoColle 2007
“Acqualuna” – Onirica Edizioni 2011
“Eco di Neve- Haiku” – La Vita Felice 2014
“Tra l’aria senza forme”- Caosfera Edizioni- 2016
Plaquette Pulcinoelefante: “Libero suono” – 2004 “Albero” – 2005
Aderisce a premi di poesia ottenendo buoni riconoscimenti
Partecipa ai Poetry Slam e reading personali e collettivi
Scrive brevi racconti mai pubblicati, ma ciò non le ha impedito di mettere in scena, durante la festa dei popoli sulla piazza comunale del suo paese (Agrate Brianza) un suo breve racconto: “Dritan del cielo stellato”. Racconto testimonianza che parla della traversata per mare dei clandestini Albanesi.