
Che Annamaria Ferramosca abbia eletto come rifugio Marina Serra, ha influenzato non poco la mia percezione della sua poesia. Me la fa amare particolarmente (c’è tutto un immaginario della mia infanzia salentina legato a Marina Serra, con la sua torre d’avvistamento e la leggenda della Madonna dell’Assunta che ogni 15 agosto smuoveva le rocce e inghiottiva il malcapitato di turno). Leggo la poesia di Annamaria come un’onda di suoni, nel ritmo in cui si raccoglie e si apre, nella sospensione che crea (persino gli spazi tra le parole rispondono a un disegno armonico e Annamaria li traduce mirabilmente quando legge le sue poesie). Mare abitato da miti e archetipi ma anche passaggio, ponte verso l’altro, “quando si scopre” come dice Franco Cassano, “che il confine non è un luogo dove il mondo finisce, ma quello dove i diversi si toccano”.
“Marina Serra. Assalto / di un’alba nitida, capace / di spingere i monti d’Albania/ fin qui, sotto il balcone/”, (da Mediterraneo in‘Curve di livello’).
Mare che si fa viatico, augurio, e “buona sorte” nel Salento vuol dire anche “grazie” (“bona sorta”), un grazie alla vita, la speranza che Annamaria pone in chi nasce, nelle nuove generazioni: “Così i bambini parlano impastando la terra/ con minimo dolore necessario”. Sono queste le coordinate che tracciano l’anima del mondo e si affidano alla nostra capacità di ascolto. E’ l’ascolto che permette di individuare le voci di dentro, costruire la memoria dal continuo divenire delle cose.
E non è un caso l’omaggio a Rainer Maria Rilke . Il flusso magmatico di Rilke che nell’ottava elegia s’interroga sulla nostra finitezza contrapposta all’eternità del mondo animale che non teme la morte, trova come controcanto l’anima mediterranea, con le sue ferite, di cui Annamaria si fa partecipe con forza e consapevolezza.
Poesia dal grande impegno “ecologico”, che si sgancia dall’Io per farsi vissuto comune. Mondo-donna che si schiera e si leva come speranza di salvezza, inno-preghiera per una “madreterra” da amare e difendere.
Abele Longo
Da Canti della Prossimità, silloge contenuta in
Quaderni di Poiein, n. 5, Annamaria Ferramosca – La poesia “Anima mundi”, Edizioni puntoacapo, 2011.
di voce attesa
una specie di lamento sottile
un gemito piccolo di gioia
come un timbro distorto per l’iridescenza delle acque
è la voce embrionale che attraversa la bolla salina
risuona nelle vene alla madre
e preme e le canta la sua elementare infanzia
chiede di sfolgorare in concerto nel giorno
dell’uscita luminosa quando
il minuscolo corpo verrà adagiato
sull’ addomepianeta che riconosce
l’emissione di onde alla madre si compie
per distacco di corone vocali sottili come aureole
e lei interpreta e trema e costruisce
un paesaggio di case-alberi-strade
divinazione al primo cammino
lei avvia un’assertiva preghiera
salute prima poi bellezza e buona sorte ex aequo
tutto accadrà dovrà accadere
per volontà- rito-destino
o solo
per un in-cantamento
***
infravoci
( lungo le Gole di Celano)
come una vestizione rituale
la salita del greto il tremendo
inizia già sulla bocca in alveoli rupestri
antiche ossa d’uomo fuse alla pietra
come per un ritorno
lungo la marcia abbandonate a valle
parole opache di città
galleggiano le vive, torrentizie
nell’odore di muschio i grandi temi
ridursi a domande minime a silenzio
il nostro vuoto è voragine
in verità vorremmo noi risarcire
alberi e pietre per il grande zero
di verbosenso
– il loro è tuono, di fronte a un balbettio –
questa dis-lingua che solo sa asserire
non penetra
il nodo siliceo, il chiaro di linfa
non traduce
la vena d’acqua che riga la terra
la curva dei rovi verso il sole
la perfezione lenta dello scarabeo
infravoci
( le foto svelano
retrosorrisi di foglia, leonardeschi )
voci incompatibili con il cumulo d’angoscia
che deborda dagli zaini, destinate
ad essere soltanto interpretate
per questo amate, per questo essere mute
vi offro ogni mio smunto colore
ogni mio grado termico ogni onda
in cambio imbrattatemi di polline i capelli
fatemi ramo spuntone di roccia
spirito di capriolo sul dirupo
***
da Curve di livello
Marsilio, Collana elleffe, 2006
Forse con una donna
Lasciarla far luce
con le sue lanterne, vigile
sulle alte mura trasparenti
lasciarla apparire e sparire
come lei vuole
dosare i richiami
perché possa appartarsi
in qualche sua giungla di luna
Forse con una donna
disperata di te, del tuo mondo
non serve dividere corone
meglio farsi esuli insieme
navigare con lei navicella lunare
approdare su placide ginecosfere
dove lei è dispensiera
di pane e parole
Forse con una donna
sentire più spesso stupore
che istupidimento, soprattutto
quando dalle macerie risorgono
lentamente i villaggi
illimpiditi dal pianto e lei
ricomincia a parlare alle rose
Forse con una donna
ridere insieme
della tua enfasi e imperfezione
lei complice custode
di pienezza e inquietudine
del riso e del pathos
che non debordi
nel suo patimento
Ti immerge
nella morbida offerta
tu colmo di lei le correnti
inverti al tuo mare, dissenti
dal banditore che eri
( ora più aperte sul mondo le porte )
***
Sull’ottava elegia di Rilke
La casa ha finestre sul mare
per ricordare l’origine
il vortice la calma le vele millenarie
i ritorni che volgono in commiati
partenze per altri oceani
Il giardino ha pini d’aleppo e olivi
per ospitare chi non sa della morte:
insetti e uccelli, volpi
notturne, a volte – immobili-
guardano anch’esse il mare
come per un abbaglio misterioso
– gli animali mai fissano
la morte negli occhi –
noi l’abbiamo a fianco e miopi
vediamo il cielo accendersi di fuochi
e i luoghi dove
lei ciecamente piove
La rosa veloce sfoglia
in silenzio le spine si preparano
a penetrarci le carni
il mare a sommergere il disordine
gli abbracci misti a spari nonostante
l’angoscia suonata a stormo
dalle cicale sui rami
Dai pini volano
rondini al sud, imperturbate
***
da Porte/Doors
Edizioni del Leone, 2002
Parlare come nascere
Voce che inseguo da più notti invano
Ne so bene l’attesa
e l’urto lancinante e l’onda
propagata lungo le strade a nord del cuore
Arriva
ed è squillo di bimba :
– Noi siamo come un violino, vero ?
Le parole
volano come la musica dalla bocca
e la lingua è l’archetto…
Ma se piango,
il legno del mio violino è come
un ramo sotto la pioggia?
Parlare come
nascere agli altri, ogni volta
venire
alla luce – bianca – dove
bianchezza è l’universo offerto delle note
brusio d’angeli sopra Berlino
sopra le regioni
fuori dal dubbio fuori dagli equivoci
Così i bambini parlano impastando la terra
col minimo dolore necessario
Parlare come
vivere con-dividere
ritmi segreti di qualche dio dei simboli
vibrazioni protette fino a un termine
dove la voce sarà oltremusica
pura illimite
si lascerà
talking about – parlar di tutto
whispering – sussurrare
missing – annullare, perfino
(rumore di rugiada nella notte)
Domani, domani, quando?
Oggi piove
sopra il legno dei rami
Una sola parola
può uccidere, ancora
Una nota
far tacere un violino
***
Ragno in goccia d’ambra
Se è vero
che la parola vera nasce dal silenzio
voglio tacere. Fino
ad un silenzio compulsivo
Dopo
Dopo lo sperpero dei segni, dopo
la purificazione delle stanze, spenta
l’ultima scintilla sullo schermo
soltanto pietre
da interrogare
Dure. Come irremovibili
speranze. Dure
come disperazioni
Scoprire l’atteggiarsi possibile
della bocca a grido
nel contagio dell’ambra che rafferma
un minimo urlo di Munch
Era
stella viva tra i rami
immobile nel possesso della ragnatela
signore dell’equilibrio nella fragilità
stratega del fulmineo, fulminato
Urlo nel tuo silenzio, taccio
nel tuo grido
ragno in goccia d’ambra
***
da Other Signs, Other Circles
(Altri Segni, Altri Cerchi)
Poesie edite e inedite 1990-2009
Chelsea Editions, New York , Series Contemporary Italian Poets in Translation, 2009
Introduzione e Traduzione di Anamaria Crowe Serrano
Una linguasilenzio felice larga piove
una linguasilenzio felice larga piove
penetra cantapetali dentro nel
dentro innocente sanguelinfahumus
permea senso senza
metallo che risuoni
da muro a muro da spina a spina
i dispersi al tocco sussultano si stringono
di fronte è la gelida notte
lontane le due torri come mammuth
emersi domani dalle nevi
ecco che galleggia sopra di me un Atlante
di sperdimento avvampa
così intensa la musica
ha forma d’arpa il telaio
tutti quei pesi di terracotta
a piombo come ghigliottine
ora stanno in levità di vibrafoni
nel primitivo piegarsi delle spighe
spose che vanno, culle
luce sul confine tra carezza e lama
abbiamo consegnato le ferite
insieme alle armi, preferito la festa
le lunghissime tavole sonore
il miele delle nozze diffuso
tornare nudi su terra nuda
farsi gola d’agnello mille volte
se occorre ancora sangue
per il gocciolio della fine
porte del mondo che ritornano alberi
città come campi da seminare
illuminati a regno piove
un silenzio-beatitudo
sonno infantile, lava che pietrifica
una fila di pietre da riscrivere
Annamaria Ferramosca è nata a Tricase (Lecce). Vive e lavora a Roma.
Sostiene e partecipa ad eventi di poesia abbinati alla solidarietà internazionale. Collabora da molti anni con testi e note critiche alle riviste Le Voci della Luna, La Mosca di Milano, La Clessidra.
Fa parte della redazione del portale Poesia2punto0.com, dove è ideatrice e curatrice della rubrica Poesia Condivisa http://www.poesia2punto0.com/category/poesia- condivisa/ e con vari siti di poesia in rete, tra cui clepsydraedizioni, che seleziona in anonimo nuova poesia italiana contemporanea.
Ha presieduto il Premio di Poesia De Palchi-Raiziss e fatto parte della giuria del Premio Davide Maria Turoldo.
Ha pubblicato in poesia:
Other Signs, Other Circles, raccolta antologica di poesie 1990-2009, Chelsea Editions, New York, collana Poeti Italiani Contemporanei Tradotti, 2009, Introduzione e Traduzione di Anamaría Crowe Serrano, Premio Città di Cattolica;
Curve di livello, Marsilio, 2006, Premio Astrolabio, Castrovillari-Pollino, Premio Int.le per l’Integrazione Culturale; finalista ai Premi Camaiore, Lerici Pea, Pascoli, San Fele, Montano;
Paso Doble, Empiria, 2006, raccolta di dual poems, coautrice Anamaría Crowe Serrano, traduzione inglese di Riccardo Duranti;
Porte / Doors, Edizioni del Leone, 2002, traduzione inglese di Anamaría Crowe Serrano e Riccardo Duranti, Premio Internazionale Forum-Den Haag;
Porte di terra dormo, Dialogo Libri, 2001
Il versante vero, Fermenti, 1999, Premio Opera Prima Aldo Contini-Bonacossi
Canti della prossimità, silloge contenuta in La Poesia Anima Mundi, quaderno monografico a cura di Gianmario Lucini, puntoacapo editrice, 2011.
Suoi testi sono inclusi nei volumi collettanei: Pugliamondo, 2010 e La Versione di Giuseppe, 2011, entrambi per le Ed.ni Accademia Terra d’Otranto-Neobar, e in Poeti e Poetiche, CFR, 2011.
Ha ricevuto nel 2011 il Premio Guido Gozzano e nel 2012 il Premio Renato Giorgi per la poesia inedita.
Testi ed interventi critici sulla sua scrittura appaiono su numerose riviste, tra cui Poesia, Hebenon, Gradiva, Italian Poetry Review, La Mosca di Milano, La Clessidra, L’immaginazione, Le Voci della Luna, Poiesis, Pagine, e in traduzione inglese su: Freeverse, Gradiva, Italian Poetry Revue, World Literature Today, Salzburg Poetry review, Fire.
E’ inclusa nelle antologie: “L’altro Novecento”, 1999, “Appunti critici”, 2002, “Poeti italiani verso il nuovo millennio”,2002, “Inverse”, 2006, “ Tradizione e ricerca nella poesia Contemporanea”, 2008, Blanc de ta nuque- Uno sguardo dalla rete sulla poesia italiana Contemporanea (2006-2011),2011.
Hanno scritto sulla sua poesia: Donatella Bisutti, M. Grazia Calandrone, Marcello Carlino, Alfredo de Palchi, Donato Di Stasi, Marco Ercolani, Stefano Guglielmin, Giorgio Linguaglossa, Gianmario Lucini, Dante Maffia, Sandro Montalto, Gregory Pell, Plinio Perilli, Franco Romanò, Cesare Ruffato, Paolo Ruffilli, Fabio Simonelli, Donato Valli.
Testi di A. Ferramosca sono stati tradotti, oltre che in inglese, in francese, greco e albanese.
Testi, recensioni e commenti critici in rete su:
http://annamaria.ferramosca.literary.it ,
http://golfedombre.blogspot.it/2008/04/lanimale-la-poesia.html
http://golfedombre.blogspot.com/2011/10/annamaria-ferramosca.html
http://golfedombre.blogspot.it/2012/07/amferramosca-i-canti-della-prossimita.html
http://rebstein.wordpress.com/2008/03/14/luce-da-ognuno-a-tutti-i-annamaria-ferramosca/
http://rebstein.wordpress.com/2008/04/02/luce-da-ognuno-a-tutti-ii-annamaria-ferramosca/
http://rebstein.wordpress.com/2009/12/04/other-signs-other-circles-di-annamaria-ferramosca
http://rebstein.wordpress.com/2010/12/08/salvare-le-voci-le-mappe/
http://neobar.wordpress.com/2011/06/05/annamaria-ferramosca-canti-della-prossimita/#comments
http://neobar.wordpress.com/category/uncategorized/poesia/annamaria-ferramosca/
http://neobar.wordpress.com/2012/03/07/donne-e-scrittura-annamaria-ferramosca/#comment-6705
http://oboesommerso.splinder.com/tag/progetto+lettura+55+aferramosca (audio)
http://www.vicoacitillo.it/poetivc/ferramosca.pdf ;www.chiaradeluca.com/Annamaria Ferramosca. http://cartescoperterecensionietesti.blogspot.com; http://english.chass.ncsu.edu/freeverse/Archives/Spring_2008/poems/A_Serrano.html