Archive for the ‘Daniela Cattani Rusich’ Category

Daniela Cattani Rusich

21 Maggio 2018

riproposte

daniela cattani rusich

https://giardinodeipoeti.wordpress.com/2014/06/23/daniela-cattani-rusich/

Daniela Cattani Rusich

23 giugno 2014

Daniocchioooo

 

 

Tre Poesie tratte da ” Segreta”

E andremo

E andremo, senza muoverci,
sfidando il sogno
e l’abitudine,
solcando controvento
le trame dell’incerto
ruvidi di carezze ad ali chiuse.

Raccoglieremo il grano
ai bordi di un’assenza,
spettinati come raggi di sole
in pieno autunno,
perdendoci senza un perché
dietro a un respiro…

La mano del silenzio
scucirà i nostri vestiti
e ci ameremo
– sabbia fra le dune –
Nessun dio
a riscriverci il destino.

Soffierà il vento,
ci strapperà i pochi capelli
ma noi saremo
come il tuono, come spighe,
piene di luce e piaghe
da far male…

E andremo sempre,
il buio stretto in fondo al pugno
piegato in due
sotto un giaciglio di speranze;

l’alba ci scoprirà
– senza più sguardi –
e i nostri cuori
avranno vele alla deriva.

[Cosa sarò quel giorno
nei tuoi occhi?
Cosa sarai
tu, neve fra le dita…]

Ma adesso
danza sulla mia lingua
– danzami senza pensare –
che tutto il bene e il male
scorrono via come un tormento;
e noi restiamo immobili
in quest’eterno pianto,
per non averci mai
se non di sale.

 

 

DI STESSA MADRE

Passaggio d’ambra, mia straniera,
amaro sia il percorso intorno alla speranza_
lacrime a cristallizzare il volto nel dolore
scivolato dal quadro e reso carne umana.

Scorre anche il tuo sangue, mia straniera,
dai punti di sutura del destino_
e mi addolora l’arco teso e immobile
sull’orlo incastonato del possibile.

Ma più stupisce, sorella, mia straniera,
di stessa terra e stessa madre! –
il tratto differente del tuo andare:
canone inverso, verbo e disciplina
là dove fu per me soltanto il vento.

 

 

 

Mia Viandante Senza Tempo

E mi cammini a lato come ramo fiorito
che si arrampica piano, senza fare rumore.
Vivi, muori, rinasci e al largo del mio cuore
ancora sei presenza, volo raso di farfalla.

Frutto acerbo o lacrima d’estate,
d’ogni passo il seme da sbocciare
– nella mia mente fulgido giardino –
alba d’eterno che non vedrà il giorno.

Eppure ho il tuo sorriso sulla pelle
come un destino ricamato a mano,
l’istinto a vivere – languida carezza –
unica arma che possiedo, in pace e in guerra.

Tu sei qui, mia viandante senza tempo,
appesa al cielo – giglio addormentato –
sei il filo acceso che mi lega al sogno,
in linea curva, verso l’orizzonte.

[Da carne a carne, da sangue a sangue:
il filo reciso-ma-acceso
aleggia infuocato nell’aria]

 

 

Ivan Fedeli su SEGRETA

Caratteristica rilevante dell’Autrice è la personale, costante ricerca che tende a fondere, orgogliosamente, scrittura e oralità in direzione di una ritrovata sinergia tra parola e segno, tra fonema e significato – Vista la tendenza della poesia contemporanea ad appuntire il linguaggio troncando così l’aspetto fonico della parola –
Segreta è un libro in continua evoluzione, multiforme e poliedrico, è una dichiarazione di poetica che tratteggia un intento riformulativo del linguaggio secondo schemi mai fissi o dati e che, come tale, rivela molto altro: ovvero un progetto di estensione del poetabile a ogni aspetto della realtà.
In tal senso la voce della Rusich si allinea a un movimento di scrittura contemporaneo che contempla altri nomi nuovi di spessore, quali Iole Toini, Liliana Zinetti, Daniela Raimondi: con esse l’Autrice condivide il gusto per la rottura-ricostruzione del tessuto poetico in forme liriche diverse (dovuto anche alla particolare predisposizione dell’Autrice per la narrativa) e lo scavo delle potenzialità espressive insite nella sensazione del dolore-mancanza; infine rinascita o marchio impresso a fuoco.
Ciò che la differenzia e la rende voce originale a me pare sia soprattutto la varietas, da intendersi nel contesto come analisi a tutto tondo dell’emotivo e contemporaneamente come forza di sintesi quasi epigrafica, attraverso cui molti testi chiudono in modo netto ma tremendamente dolce la situazione poetica.Convince, insomma, la rarefazione di uno stile solo in apparenza immediato e suadente; in realtà variegato, intenso e mai scontato.
La poesia della Rusich è una sfida per il lettore che vuole ferirsi e rinascere oltre le banalizzazioni del presente e, nel contempo, dono e splendida minaccia, labirinto in cui perdersi alla ricerca di una via d’uscita.

 

 

 

TRE INEDITI

Digitalis Purpurea

Mi nevicano sogni di ghiaccio sulla lingua
si sciolgono nel fuoco della gola in un momento
ti assalgono di spalle, sgranando un’altra aurora
si arrendono ruffiani al pasto dell’amplesso.

E tu hai portato in dote il bacio degli amanti
come se fosse un limbo di fiori immacolati!
ma c’era un segno sulla promessa schiusa
offerta come rosa sfogliata da spogliare.

[M’ama o non mi ama: giocare, non mentire]

C’è un attimo in cui cedi al volo che accarezza
poi chiudi porte a chiave per scriverci attraverso
La vita è un soffio che si fa mare in tempesta
quando del vero resta l’orgasmo dell’attesa.

 

 

 

A lato dei sogni*

Eri molto più
di quanto fosse il mio cappotto:
caldo, confortevole, perfetto!
Un sogno in tasca, nell’altra la tua mano
il bavero rialzato a suggerire al mondo
quel tono vagamente mister-chic

E io restavo lì
appesa tra un’asola e un bottone
– come una tarma a fare buchi
d’impazienza –
dentro il tuo aplomb di piombo sul mio cuore
perché fosse leggero respirare.

[Io piccola, tu immenso
Tu il cachemire, io la pelle
Tu nevichi, io brucio
Io tuono, tu mi plachi]

E allora mi cancello
l’inverno e le sue sviste
dall’Arco del Trionfo lancio triste
il tuo cappotto
[caldo d’amore – forse è un errore]
vado scalza camminando
sur le cotés des reves*

 

 

 

Sul taglio della notte

Il verso è una ferita
sul seno immacolato di una vergine
l’impalpabile atto di coscienza
primo a solcare inesistenti perfezioni

Ci si pensa immuni
tra l’anima spolpata e la carne unta al giogo
scavando alle radici come cani
nascondendo sillabari sotto il letto

Ma in attesa s’acquatta la parola
con le sue crepe di silenzio scosse all’eco
scandendo al ramo cifre misteriose.
E poi si prega

piegati cavalcioni
sul taglio scintillante della notte:
ché la poesia si fa col sangue
e un vortice di vento fra i capelli.

 

 

DANIELA CATTANI RUSICH
Apolide e sangue misto (friulano, greco, slavo, turco, armeno), Daniela scrive da oltre trent’anni. Collabora con alcune case editrici in veste di editor e curatrice di antologie. E’ redattrice del sito Poetika, direttore creativo di Onirica Edizioni e da poco presidente dell’Associazione culturale CreAzione.

Ha pubblicato numerosi testi, sia in versi che in prosa, su riviste letterarie e antologie, edite da Giulio Perrone, Albus, Aletti, Liberodiscrivere, Liminamentis, Onirica edizioni e altri.

Primo premio al XVI concorso internazionale, patrocinato dalla Presidenza della Repubblica, “Them Romano”, con il racconto Porrajmos-l’olocaausto zingaro.

Primo premio al concorso “Un monte di poesia” 2009 con la lirica Segreta, che dà il titolo alla sua seconda silloge, terza al concorso nazionale “Poetando” con la prima raccolta poetica “Rendimi l’anima”, tra i cinque finalisti  assoluti del Premio “Massa città fiabesca di mare e di marmo” con la silloge “Segreta” nel 2011, e nel 2012 con la poesia “Mia viandante senza tempo” presso l’Accademia Alfieri di Firenze.

Il suo primo romanzo, “C’è Nessuno?”, sta riscuotendo grande successo di pubblico e di critica.

Nel luglio scorso si è trasferita in Toscana (dopo venticinque anni di insegnamento a Milano) insieme alle sue adorate gatte. Scrive prefazioni e recensioni, recita, realizza videopoesie. Crea gioielli e sorride sempre.

In uscita la sua terza silloge, in preparazione un testo teatrale.

 

Il suo sito

www.danielacattanirusich.it