Luci come grappoli
si accendono
sui rilievi scuri
vibrazioni e fumo
tra il tempo
in cocktail ansioso
di pioggia sporca.
Qualcosa che aspetto
o che deve arrivare.
E sono presente
nascosto e visibile
come una luce
a grappolo appesa.
Mi è permesso il
discuto del.
Poi vibrazioni e fumo
e ancora il tempo.
E tu la mia tranquilla
speranza le mie mani.
*****
Sono uscito.
Gialle foglie attorno.
Questa notte
ci sarà la luna.
Notte pulita.
Domani sarà
come scivolare
su una foglia
sudicia e viscida.
Il mio sguardo
vitreo e freddo
come un clik fotografico.
*****
Mi ricordo parlammo di gatti,
del tramonto, di un luna park,
così
come in un fumetto a colori.
Come due bambini per mano.
Si può rinascere per caso
semplicemente guardandoti
come quei fiori che nascono
ovunque
e come nei sogni
immaginare una fiaba:
Roma nei tuoi occhi
era il mondo.
*****
I dialoghi si riannodarono ancora una volta,
avevamo riempito il tempo,
senza riuscire ad intuire, concludemmo.
Un chiuso orizzonte morto.
Ne eravamo convinti:
gli sguardi finti, i profili assenti, le parole rotolanti.
Osai pensare al poi, ma fu in un attimo
che la sera nascose come sempre se stessa
in un cielo senza stelle
inquadrato nelle finestre.
*****
Una nebbia nascondeva St. Paul
Londra viveva frenetica la sua guerra urbana.
Come formiche indifferenti al pericolo
parlavamo di pace,della vita che di giorno in giorno,
nascondeva guerre dimenticate.
C’era aria di tempesta in Cannon Street
che muoveva le foglie caduche dagli alberi,
calpestate e portate dal vento.
Una scritta parlava di Missioni di pace,
ci guardammo nell’opprimibile menzogna
di una pace inquinata e ormai bugia.
“Dobbiamo costruire una storia nuova,
nuovi stili di vita,rifiutare le armi.”
Dicesti, incrociando il mio sguardo.
“Solo un disarmo mondiale,spezzerà la catena
di morte,la cultura della guerra,opporsi al ricatto
della difesa militare,al pericolo grave,al peso
economico inutile.” Risposi.
Il respiro si faceva nuvola di vapore
quando indicasti London bridge.
Mi piaceva quella tua passione
per tutte le cause nobili.
Il mondo non doveva finire nell’incoscienza
di un’altra catastrofe atomica,nella follia
di un’altra Hiroschima.
*****
Sono uscito lentamente
senza fare rumore.
Come il vapore si scioglie nell’aria,
del tutto indifferente
all’indifferenza del mondo.
Ma c’è quel lato romantico
regalato dalla vita,
la poesia nascosta nelle piccole cose
anche quelle che offrono tragiche drammaticità
e poca speranza.
La luce mi ha trafitto
rendendo visiva la polvere,abbagliata dal sole
che sembra star ferma, immobile.
Combatto e spero: prego.
Ma spesso sprofondo nel disastro.
*****
Ti ho vista passeggiare
velocemente per il corso
nascosta da un fiume di gente,
ma non ti ho chiamata.
Ho continuato nella mia corrente
frettoloso nel consumare il mio tempo.
Ormai siamo soli e avvolti da ombre
nei giorni di festa sul corso.
E’ come una giostra che gira e stordisce.
Ti ho vista confusa,anche un po sola,
ma questo non l’avresti mai detto
se te lo avessi domandato
non avrei ricevuto risposta per orgoglio.
Ognuno di noi non ama essere ferito.
Ma se per caso avessi accennato ad un sorriso,
avessi teso una mano…..
passeggiavo con le mani in tasca
e un passo veloce sul corso,
desideroso di raggiungere casa.
*****
Paolo Carnevali
nato a Bibbiena(Arezzo)nel 1957. Traduttore. Aderisce al Movimento per il
Disarmo unilaterale di Carlo Cassola. Pubblico “I dialoghi di Ebe e Liò”ed. Lalli
dal cui testo è stata realizzata una pièce teatrale(1984), nello stesso anno
redige “Poetica Città”un poetry-zine adatto alla distribuzione underground.
Pubblica in ciclostile “Poesie contro la guerra”distribuite in serate di lettura
al The Poetry cafè of London. Nel 1985 entra nella redazione del “Circolo
Letterario Semmelweis” di Angelo Australi a Figline V.no, con la presenza di
Peter Russell, Giorgio van Straten, Romano Bilenchi, Giorgio Torricelli ecc.
Pubblica la plaquette poetica “Trasparenze”ed. Tracce (1987) recensita sul
Manifesto(1988) e sul Corriere Adriatico(1990).
Pubblicato su riviste e blog di poesia.