
La Nuova Tribuna n^106, 2012
Intervista alla scrittrice, a cura di Pasquale Matrone
Che senso ha, oggi, dedicarsi alla poesia? A che serve farlo?
“La poesia, oggi, è quel che manca, la sola in grado di fermare l’apparente ronzio del quotidiano e la sua creatività e forza salvifica, sono quanto mai necessarie in questa realtà di linguaggio – manipolazione.
Scrivere è per me una necessità e trovo gratificante l’atto della scrittura in quanto, facendo mio il pensiero di Pavese, questo “ (…) riunisce le due gioie: parlare da solo e parlare ad una folla” (C.Pavese , Il mestiere di vivere, 1946).
Se il titolo di una delle mie precedenti pubblicazioni “Chiedo i cerchi” (puntoacapo Editrice, Novi Ligure 2008) intendeva indicare quello che io chiedo alla poesia, la misura della circolarità, quei cerchi che noi creativi abbiamo dentro e che si tratta solo di separare per farne scrittura, nella mia recente pubblicazione “Amalgama” (in Valeria Serofilli – La parola e la cura, Monografie di poeti contemporanei, collana “I Quaderni di Poiein”, puntoacapo Editrice, Novi Ligure, Luglio 2010), mi riferisco a come intenda la poesia: un impasto, una mescolanza tra l’idea mentale e la sua forma scritta ma anche del foglio con l’inchiostro e soprattutto fra il poeta e il lettore. L’ulteriore alchimia, rifacendosi infatti ad uno dei significati etimologici del termine, la determinante e la più fertile, è appunto quella tra il poeta e chi la riceve in quanto la poesia è un nesso tra due misteri: quello del poeta e quello del lettore. Forse é proprio in virtù di questo connubio che scrivo. L’aspetto artigianale del mestiere di scrivere a mio avviso non costituisce tuttavia che uno degli aspetti della scrittura. Urge, oggi più che mai, una parola poetica in grado, per la sua universalità, di eternizzare, andando al di là del contingente e del particolare, come sottolina il grande Aristotele.”
Dedico a lei, professor Matrone, e ai lettori de La Nuova Tribuna Letteraria la mia lirica “Inchiostro” da Amalgama (op.cit.), che intende porsi come l’allegoria dell’atto dello scrivere:
“L’aratro ha mietuto / distanze impari e ne / è nato inchiostro probabile/ per farne capoverso”.
Oltre a essere poetessa e scrittrice che ha al suo attivo numerose pubblicazioni, lei è anche una promotrice culturale brillante, instancabile, aperta alle novità e alla sperimentazione. Perché lo fa?
“Sono lieta di questa domanda che mi consente di parlare oltre che della mia produzione personale anche dell’attività di promozione culturale cui mi dedico da tempo in quanto mi ritengo un entusiasta del settore.
Promuovo ormai da un decennio gli Incontri Letterari al Caffè dell’Ussero di Pisa allo scopo di riprendere la tradizione degli incontri letterari presso questo locale storico, a me caro fin dalla sua frequentazione ai tempi dell’università, vero monumento della cultura italiana nel quattrocentesco palazzo Agostini sul Lungarno pisano, in passato luogo di ritrovo di molti esponenti di rilievo del panorama letterario ed artistico fra i quali Leopardi, Guerrazzi, Fucini, Carducci, Giusti e Mazzei. E’ in fase di costituzione l’Associazione Culturale di promozione sociale AstrolabioCultura proprio al fine di potenziare le varie iniziative culturali di cui sono promotrice, quali in particolare il Premio Astrolabio Poesia, gli Incontri al Caffè dell’Ussero di Pisa e al Relais di Corliano, pubblicazioni, reading poetici, letture e dibattiti, conferenze, nonché per dare accoglienza ed ospitalità agli autori partecipanti agli incontri dell’Ussero e ai premiati dell’Astrolabio, provenienti da ogni parte d’Italia e anche dall’estero. Per creare inoltre un trait d’union tra gli eventi culturali da me promossi e gli autori della puntoacapo Editrice con cui collaboro come curatrice della collana “I libri dell’Astrolabio”, annessa al premio omonimo.”
Quando e per quali ragioni ha avvertito in sé il bisogno di scrivere?
Come amo ripetere scrivo da un giorno d’eclisse, per l’esattezza dall’eclisse totale di sole dell’ 11 agosto del 1999, ”costantemente immersa” – come evidenziava Alberto Caramella nella prefazione a Nel senso del verso – “nell’atmosfera del magico momento nel quale il sole si fa luna”.
Per questo motivo sono particolarmente legata alla lirica “Eclisse” di cui la data costituisce parte integrante del titolo rappresentando il termine post quam. Le mie prime poesie, per le quali si parlò paradossalmente di ermetismo, risalgono in realtà alla tenera età di nove anni, quando probabilmente avvenne il salto dal diario, che scrivevo con assiduità dai sei anni, ad una forma di scrittura per così dire, più impegnata.
La poesia nasce in me spontanea “come le foglie vengono ad un albero”, ricordando l’aforisma di John Keats.
Lei è Presidente del Premio di Poesia “Astrolabio” che, negli anni, ha mietuto consensi da parte degli addetti ai lavori. Come e con quali finalità è nato il premio?…
“Il Premio Astrolabio Poesia, a suo tempo istituito dalla compianta scrittrice pisana Renata Giambene, interrotto nel 2000 e a cui ho ridato nuova linfa rinnovando la sezione poesia, quella a me più consona, viene da me organizzato con cadenza biennale sempre con successo di pubblico e di critica. Il Premio ha come scopo di promuovere la parola poetica ed evidenziare, nel panorama letterario attuale, opere di autori degne di attenzione. Nelle scorse edizioni hanno voluto gratificarci con la loro partecipazione autori di ogni età e provenienti da ogni regione d’Italia e anche dall’estero (Grecia, Olanda, Croazia,e Stati Uniti), a confermare che l’amore per la poesia ha una diffusione capillare su tutto il territorio e in tutte le fasce di età. La Giuria è composta da Mauro Ferrari (poeta, Direttore puntoacapo Editrice), Ivano Mugnaini (scrittore e critico letterario), Giulio Panzani (poeta e giornalista) Andrea Salvini (antichista) e Antonio Spagnuolo (poeta e Direttore della rivista telematica Poetry Wave). Nella edizione del 2010 si è articolato in tre sezioni. Prima sezione: volume edito di poesia per un’opera in versi pubblicata a partire dal 2000. Seconda sezione: poesia inedita. Silloge inedita di almeno 10 poesie e al massimo di 20 Terza sezione: poesia singola a tema, che si è andata a sostituire alla sezione audio libro della precedente edizione del Premio. E a cui si partecipava inviando da una a tre poesie inedite e mai premiate in altri concorsi ispirate al tema dell’incontro fra diversità culturali, tema proposto dalla Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO 2010, oppure ispirate ai versi delle mie liriche Inchiostro e Preghiera del poeta contenute nel già citato volume Amalgama:
“Quando uscirà / il mio nuovo libro / avrà pagine di vento, i colori del tramonto / la pelle dei bambini/ di tutto il mondo” (da: Preghiera del poeta).”
Gli incontri letterari da lei promossi al Caffè storico dell’Ussero di Pisa e quelli che hanno luogo al Relais dell’Ussero di Corliano sono diventati, per poeti e scrittori, un appuntamento importante. È contenta dei risultati sino ad ora raggiunti?
“L’attività di presentazioni di libri ed autori, come anche avere un Premio letterario, rappresenta un grande vantaggio per disporre di un panorama ampio e variegato della produzione letteraria sia di autori affermati che esordienti. Nell’ambito del Calendario degli Incontri all’Ussero di Pisa e Corliano (www.corliano.com), alternandosi tra narrativa, poesia, critica e saggistica è per me una soddisfazione poter constatare che, ad oggi, sono stati nostri ospiti riviste letterarie nazionali ed internazionali fra le quali Gradiva International (Pubblication) di Luigi Fontanella, Atelièr di Giuliano Ladolfi, Il Cavallo di Cavalcanti di Franco Romanò e Case Editrici nazionali come Puntoacapo di Novi Ligure, Armando Siciliano Editore, Leonida di Reggio Calabria, nonché Gaffi editore di Roma che a sua volta ci ha indirizzato Filippo La Porta e inoltre il ripristino e la gestione del Sottovolta dello storico locale dell’Ussero, con le tre bacheche esterne retroilluminate .“
Si sente compresa e gratificata dalla critica letteraria militante?
“La critica letteraria militante è un concetto ampio e diversificato: molticritici di rilievo hanno dedicato ai miei testi e alla mia attività un’attenzione approfondita di cui sono grata. Altri si sono dedicati ad altri autori ed altre forme espressive, come è giusto che sia. Fra i critici e autori che hanno presieduto giurie in cui sono stati premiati miei testi o hanno scritto note e commenti sui miei lavori mi piace ricordare Luigi Blasucci, Alberto Caramella, Luigi Fontanella, Giuliano Ladolfi, Lorenzo Fort, Maria Grazia Lenisa,Dante Maffia, Pasquale Matrone,Ivano Mugnaini, Aldo Onorati, Floriano Romboli, Paolo Ruffilli, Franco Santamaria, Maria Luisa Spaziani, Giorgio Bárberi Squarotti.
Nel complesso, posso dirmi gratificata, anche considerando che il mio progetto espressivo è ancora in corso ed inoltre considero un riscontro altrettanto importante anche quello dei lettori e degli appassionati di letteratura”.
Molti di quelli che amano scrivere sono convinti di poterlo fare senza mai leggere… Dichiarano, con candore, di aver letto poco nel passato e di non avere tempo sufficiente per farlo nel presente… Condivide questa mia impressione?
” Personalmente ritengo al contrario che solo attraverso una lettura il più possibile ampia, in grado di spaziare dai classici ai moderni, e a molti generi e temi, si possa poi proporre un proprio percorso espressivo, autonomo e personale. È necessario, cioè, partire dai modelli, assimilandoli con cura, per poi potersene staccare, senza mai dimenticarli, tenendoli come
punto di riferimento imprenscindibile”.
“Ut pictura poesis”. È stata da sempre fedele a questa regola oraziana. Cosa da me sottolineata già molti anni fa e che ancora mi sento di ribadire… Chiarisca anche ai lettori de La Nuova Tribuna Letteraria le ragioni profonde di questa sua scelta.
“La mia seconda pubblicazione in poesia “Tela di Eràto”, edita da Sovera Multimedia di Roma nel 2004 e da lei a suo tempo presentata, si attiene al principio più consono e vicino al mio orizzonte interiore quale l’oraziano “ut pictura poesis” e il titolo stesso della raccolta intende evocare il concetto di pagina – tela. L’istanza conoscitiva che muove il mondo letterario delle parole e quello artistico delle immagini è infatti fondamentalmente la stessa e risponde ad analoghe esigenze e attraverso l’uso di tematiche e stili diversi i messaggi sono non solo confrontabili ma anche complementari fra loro. In quest’ottica ad ogni lirica ho associato un’opera pittorica. Questo perché l’ispirazione che mi porta a scrivere poeisa scaturisce da un iniziale stimolo visivo; in un secondo tempo, all’interno di un’ampia gamma di opere pittoriche, ho ricercato il soggetto maggiormente in grado di ricreare l’hic et nunc che ha generato il momento creativo. L’immagine viene così assimilata nel tessuto poetico conferendogli quella completezza ottimamente sintetizzata nel citato principio oraziano.”
Sono l’impasto / da gustare piano
pagina a pagina, riga inchiostro pelle
carta di guscio che t’incanta molle
lievito amalgama / caricato a molla
Adombra il rischio di pensieri imberbi
Trapianto bulbo che ti accresca, se mi sfogli
mano tesa e cogli / acini essenza
pane seme mosto
Il più ambito frutto in quest’inchiostro.
Preghiera del Poeta
Quando uscirà / il mio nuovo libro
avrà pagine di vento, i colori del tramonto
inchiostro d’alba / la pelle dei bambini
di tutto il mondo
Il mio nuovo libro / quando uscirà
sarò uscita anch’io,e fuor di scena detterò
parole intrise della saggezza
di chi non più la cerca
Sarà allora che il mio Editore
venderà copie a milioni / e le ristampe
e presentazioni ovunque /ed interviste
Quando uscirà / il mio nuovo libro
sarò famosa d’erba e nuvole
e da un angolo di cielo, assaporerò finalmente
ciò a lungo negatomi
E se mi commuoverò
il mio sorriso / rifranto all’infinito
avrà tutte le sfaccettature
della luce, rugiada mattutina le mie lacrime
Il mio pubblico immenso:
ogni poeta / ogni ricerca di senso
Sarà storia il trascorso, il vissuto un esempio
consiglio ogni sbaglio
Senza rilegature le pagine, si spargeranno a mille
seme di giudizio / maturato a pelle, perle di esperienza
Rilassata / altrove, ne gusterò
il sapore, raccogliendo il frutto
del mio trascorso ardore
Ora che più non preme
anche se oltre, il senso, non
verrà disperso / eredità sofferta
ma mai rimorso, il tentativo di suggerimento
Non più resoconto
né agli altri, né a me stessa
Unico giudice: l’Eterno.
Poesie tradotte
Letter to my Father
(in skies more serene)
Now that you are more missed/you are not missed
And the memory of you at this hour
Is steeped in light
Even here, amidst the crowd/drunk with life
Shouts cries applause
You keep me company
More present than when/in the morning
You arose tired already and stilled
Your mind, before starting the day
Who knows what your day is like now
May it not be a leaving without a return
A dream without waking
A strange sweetness here in the air
And certainly it is not all that remains
And while the calm water of the River continues to frame Pisa
I have your embrace in me/abstract but not less warm because of it
Is it you who no longer suffers/dear
Or is it the memory of you/that re-flowers inside me
Without a goodbye?
Now that I know you quiet/at ease on that part of me
That belong to you
I once again become a child, fresh and agile
To write, “My Father, I love you.”
Emanuel di Pasquale
Eclipse
You dress and undress yourself in colours
sun, give your rays as a gift, and
in a second make yourself moon as well,
to be in the meantime night also, as they tell.
Fairy tale in which,
changed
in daytime, she in a bird of prey
an in a wolf, he, by night
only one was the moment that clasped
one to the other:
when the sun married the moon and kissed,
at midday, to blend with her forever in
eclipse!
(Traduzione in inglese di Ivano Mugnaini)
DAI TEMPI – Raccolta inedita
Dai tempi
Già ti conosco / meglio, ti ho riconosciuto
Sei lo stesso / dei tempi della clava
che si ostina con la pietra focaia
che mi stringe / al riparo dagli orsi
Sei l’antico etrusco
che abbraccio sul sarcofago
il bizantino con me nel mosaico
Ti ho riconosciuto
Sei lo stesso / con me steso sul triclinio
mentre sorseggi assenzio e mi accarezzi
Sei il fontanone romano / che mi schizza
e io la vestale che
scherza con il getto
Sei lo stesso con cui danzo
il minuetto e mi difende
da chi tenta lo sgambetto
Lo stesso che adesso
mi accompagna in ascensore
mentre clicca su fb “mi piace” o “commenta”
e che su Marte mi sposerà all’istante
cercando un varco telematico al consenso
Lo stesso sei, che stringo a me
dai tempi / ad adesso.
Il Fornaio
Quando il Fornaio / impastò la mia pagnotta
vi mise sale / lievito, sesamo di giudizio / smalto rosso
di zenzero un pizzico
amore molto / vino bianco
e forse un po’ d’inchiostro
La unse quel tanto di sudore / giusto lavoro
la spezzettò in tasche di ricordo
Ne serbò briciole / per piazze di piccioni
e per piccole tese mani di ogni colore
Pezzi più grossi / cartilagine rigenerante
azione/ non azione
o per sgualcite merende sui banchi / ricreazione
Infornò il tutto, indicandone i tempi
di cottura / doratura
Lasciò detto che / quotidiana messe
pane vita fosse / per me
questa Poesia.
Lettera a mio padre
(A più sereni cieli)
Ora che più manchi/ più non manchi
e la tua memoria a quest’ora
s’intride di luce
Anche qui, tra la folla/ intossicata di vita
vocii richiami applausi
mi tieni compagnia
Più presente di quando/ al mattino
ti alzavi già stanco e soffermavi
la mente/ prima d’iniziare il giorno
Chissà com’è ora il tuo giorno
che non sia un’andata senza ritorno
un sonno privo di risveglio
Qui nell’aria una strana dolcezza
e non è certo tutto quel che resta
e mentre la calma acqua del Fiume continua a incorniciare Pisa
ho in me il tuo abbraccio/ astratto, ma non per questo meno caldo
Sei tu che più non soffri/ caro
o il ricordo di te/ a rifiorirmi dentro
senza addio?
Ora che ti so quieto/ adagiato sulla parte di me
che t’appartiene
ritorno bambina, fresca e fragile
a scrivere “padre mio, ti voglio bene”.
Ora che l’afa
Ora che l’afa
non cessa il suo morso lento/ ma vorace
ti porterei con me, a toglierti un po’ di smog
di quel catrame trasparente/ sedimento
della vita di sempre
Ti porterei alle Canarie
a ritrovare/ il volo
di quei freschi baci selvatici
Alle Sechelles, ad annegare i pensieri
di te /di me
Mentre qui/ solo l’eco delle foreste
oasi fittizie di un artificiale ferragosto
O non è forse/ il solo
restare qui/ abbracciati
mare monte lago
semplicemente noi
la nostra estate?
(Agosto 2012)
A me ti rapirà
Tra non molto/ a me
ti rapirà il sonno
e resterò a parlare col tuo fantasma
Sarà allora che potrò dirgli
tutto quel che taccio
prima del risveglio e di quel tuo “devo andare”.
Qui c’è il sole!
(A mia madre)
“un uomo percorre il mondo
intero in cerca di ciò che
gli serve e torna a casa per
trovarlo”
G. Moore, The Brook Kerith, 11
Da qualche anno hai smesso di uscire. Proprio tu che una volta in pensione avevi programmato di andare missionaria in Africa.
Infinite le motivazioni, dalla perdita del marito alla frattura dell’anca che ti ha reso non indipendente, alle scale dai troppi gradini.
Ma nella tua casa, dici, hai tutto: il gatto in tinello, i piccioni sul davanzale e sui cornicioni del terrazzo, le orchidee in veranda.
E ogni cosa a portata di mano, sul piccolo tavolo tondo vicino al frigo: il cordless, gli occhiali, il blok notes col lapis, il telecomando e la guida TV, il tutto condito dal libro di turno della scuola di tuo nipote. Dando conferma a Le Corbusier, la tua casa “è una macchina da abitare”.
Mi consigliano di venire a vivere con te, noi di sopra e te al piano di sotto. Chi parla non sa che spostarti sarebbe la fine. Toglierti dal sole, vista Torre, vista giardino, vista vita.
Una gabbia dorata per altri ma non per te, che continui ad alzarti alle cinque come quando avevi da organizzare l’intera giornata, conciliando gli impegni scolastici e me piccola.
E se adesso territorialmente la tua visuale è ampia quanto la vista dalla finestra di un tinello, la tua apertura mentale ti permette ben più ampi raggi, gestendo i miei appuntamenti, scadenze, impegni e ricorrenze, con positivo solare ottimismo.
La tua casa è il tuo castello, con tanto di appuntamento domenicale con la tombola delle 17, a Natale come a Ferragosto. A tombola si gioca in tre, numero perfetto. Ogni altro elemento risulterebbe superfluo, se non di disturbo. E tra un ambo e una quaterna, il pretesto per parlare della vita di ogni giorno, con i suoi problemi e le piacevolezze, i battibecchi, i contrasti e le piccole soddisfazioni, chiedendo ogni tanto con finto ingenuo stupore, quasi al termine del gioco <<l’ambo è stato fatto?>>.
Ultimamente ami mettere dieci euro di posta alla cinquina, ma non la segni se esce il tuo numero per non togliere la vincita a noi.
Perché una madre è quella persona che vedendo solo quattro pezzi di torta per cinque persone, prontamente annuncia che non le sono mai piaciute le torte.
Chi ti conosce o meglio, non ti conosce, ti dice generosa fino all’autolesionismo, direi piuttosto di quella generosità che consiste più nel dare per la gioia stessa di dare, appagata nell’immaginare la felicità del destinatario.
Da qualche anno hai smesso di uscire. Proprio tu che una volta in pensione avevi programmato di andare missionaria in Africa. Ma ora sei missionaria in casa tua.
Sei tu ora la casa, il motore della casa, il cuore che per sempre vi pulserà, il tempo, sia cronologico che meteorologico.
Dove abiti sembra un paramondo.Si può parlare della nuvola di Fantozzi al contrario: non di pioggia ma di capsula sole.
E se ieri pioveva molto forte tanto da riprendere l’impermeabile, dall’altro lato del telefono la tua voce squillante: – “Qui c’è il sole!”.
Valeria Serofilli insegna Lettere presso gli Istituti d’istruzione secondaria.
Come operatrice culturale è Presidente del Premio Nazionale di Poesia “Astrolabio” e organizzatrice e curatrice degli Incontri Letterari presso lo storico Caffè dell’Ussero di Pisa e il Relais dell’Ussero di Corliano (www.corliano.it).
E’ curatrice delle collane “ I libri dell’Astrolabio” per puntoacapo Editrice di Novi Ligure e “I Quaderni dell’Ussero” per Collezione Letteraria di puntoacapo, nonché del proprio sito letterario www.valeriaserofilli.it, e redattrice della rivista La Mosca di Milano. Autrice di poesia, saggistica e testi di prosa, in qualità di saggista ha pubblicato il volume I Gigli di Nola, pp.254, (Rotary Club, Nola 1993) mentre sette sono i suoi volumi in poesia quali Acini d’anima (Pisangrafica, Pisa 2000),opera vincitrice del Premio Astrolabio 2000, sez.poesia, poi rilevato, rinnovato e presieduto dall’autrice;
Tela di Eràto, (Sovera Multimedia, Roma, 2002); Fedro rivisitato (Ed. Bastogi, Foggia 2004); l’audiolibro Nel senso del verso (Ed. ETS, Pisa 2006), rappresentato al Teatro Verdi di Pisa in forma di spettacolo; Chiedo i cerchi (Puntoacapo Editrice, Novi Ligure, 2008); Nel senso del verso-Nuovo volume,Leonida Edizioni, Reggio Calabria 2009 (Opera vincitrice del Premio Gaetano Cingari 2008) :Amalgama in Valeria Serofilli “La parola e la cura” della collana I Quaderni di Poiein,
(Puntoacapo Editrice, Novi Ligure 2010).
Per la narrativa breve di recente uscita Il quaderno di Dedalus, Annuario di narrativa contemporanea (puntoacapo Editrice, Novi Ligure 2012) contenente le due raccolte di racconti per ragazzi “Comete per la coda” e “Come essere tondi in un mondo di quadrati”
Tra le altre pubblicazioni:
Premio Astrolabio 2008, Antologia (puntoacapo Editrice, Novi Ligure 2009);
Premio Astrolabio 2010, Antologia (puntoacapo Editrice, Novi Ligure 2011);
Antologia dei poeti puntoacapo, (puntoacapo Editrice, Novi Ligure 2010, pp. 125-130)
E’ inserita in Letteratura Italiana dal secondo Novecento ad oggi (Bastogi, Foggia 2007, vol. 1) e in numerose antologie e riviste italiane e straniere fra cui “Gradiva” “Lo Scorpione Letterario” diretto da Antonia Arslan, “La Clessidra” (Novi Ligure), il quotidiano “Il denaro di Napoli” con pubblicazione di singoli testi poetici in blog e siti che si occupano di poesia. Suoi testi editi e inediti sono stati premiati o segnalati in concorsi nazionali (Premio “Montano”, “Alessandro Tassoni” “Città di Tortona”, “Cinque Terre”, “Città di Pompei” e altri) e internazionali fra cui il Fiur’lini ( l’Aia, Olanda, dell’associaz. culturale Forum) e letti e commentati all’interno delle trasmissioni televisive quali “L’Impallato” e “Luci della Città” dell’emittente 50Canale, visibili anche sul canale 897 di Sky e “Arcobaleno” di Telegranducato, nonché radiofoniche di Toscana Classica, Radio Alma di Bruxelles nella rubrica culturale La Tela Sonora e Radio Città Futura, nel programma Carta Vetrata curato da Gaffi Editore di Roma
Sue liriche sono state tradotte in inglese, francese, spagnolo, giapponese e recitate in sedi quali la Cattedrale di Tokio in occasione della Festa dell’Assunta. Alcune varianti poetiche dell’autrice, richieste dal Centro di Documentazione sulla Poesia Contemporanea Lorenzo Montano, sono depositate presso la Biblioteca Civica di Verona
Fra i critici e autori che hanno presieduto giurie in cui sono stati premiati suoi testi o hanno scritto note e commenti sui suoi lavori ricordiamo Sandro Angelucci, Luigi Blasucci, Lia Bronzi, Alberto Caramella, Dino Carlesi, Igino Creati, Mauro Ferrari, Luigi Fontanella, Giuliano Ladolfi, Paola Lucarini Poggi, Lorenzo Fort, Maria Grazia Lenisa, Dante Maffia, Marco Marchi, Pasquale Matrone, Ivano Mugnaini, Aldo Onorati, Floriano Romboli, Paolo Ruffilli, Andrea Salvini, Franco Santamaria, Maria Luisa Spaziani, Giorgio Bárberi Squarotti, Ciro Vitiello.