Luigi Siviero

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Le fotografie delle Dolomiti di Brenta fanno da cornice a una raccolta di racconti e poesie che hanno come filo conduttore la mitologia, sviluppata in chiave di riflessione sul rapporto fra i miti del passato e la civiltà moderna. Melpomene, Eros, Medusa, Euridice e altri personaggi ereditati dall’antichità rivivono all’interno di rivisitazioni radicali figlie di uno sguardo nuovo e contemporaneo.

Dalla prefazione del libro:

Per lungo tempo sono cresciuto assorbendo quella che probabilmente è la più florida e maestosa mitologia pop del XX secolo e non solo: i supereroi. Li sentivo vitali e percepivo distintamente quanto fossero (o dovessero essere) importanti non solo per la mia vita, ma anche per la società con cui interagivano e con la quale si plasmavano reciprocamente. Di contro la mitologia classica mi sembrava morta. Vedevo le rovine di un mondo che aveva raggiunto il suo apice e che poi era tramontato, lasciando in eredità i frammenti di vite ormai lontane e perdute. Non che quel mondo non fosse affascinante, ma non lo sentivo mio.

La mia posizione oggi non è cambiata, salvo il fatto che la mitologia dei supereroi mi sembra si stia spegnendo e sia destinata anch’essa a diventare – magari non subito; magari fra molto tempo – una reliquia. È con un atteggiamento duplice e antitetico che mi sono avvicinato alla mitologia classica quando ho scritto i racconti contenuti in questa raccolta: come un archeologo che trova rovine di templi, frammenti di mosaici e colonne spezzate, e nel corso dello scavo si muove in un paesaggio che reca tracce dell’antico splendore, ragionando su ciò che ha portato alla luce e su chi lo aveva costruito, ma anche con gli occhi di chi appartiene a una civiltà diversa e portatrice di nuove conoscenze. Se da un lato mi interessava l’archeologia del mito, dall’altro lato non sopprimevo la tentazione di vederla con uno sguardo “altro”. Ero immerso nella tensione fra fascino dell’antico e vitalità del contemporaneo.

Nel mio piccolo mi sono rifatto al fumetto The Sandman scritto da Neil Gaiman, che davvero può essere visto come una passeggiata nelle mitologie lasciate dagli esseri umani del passato, e allo stesso tempo come la fioritura di una mitologia nuova, contemporanea, sulle tracce culturali e psichiche ricevute dai nostri antenati. La Melpomene del mio racconto assiste agli spettacoli teatrali nella Grecia classica allo stesso modo di Sogno degli Eterni che osserva la prima rappresentazione di Sogno di una notte di mezza estate assieme al popolo della Terra delle Fate. Invece il ribaltamento nel finale de Il labirinto di Euridice (…) è parente stretto dei ribaltamenti operati da Alan Moore nei suoi fumetti di supereroi: personaggi che da “incarnazioni del bene” diventano immorali; vicende profondamente fantasiose e assurde passate al vaglio della logica e del realismo (…).

                               

                                      

Tutto quello che abbiamo, tutto quello che lasciamo

Tutto quello che abbiamo sono tracce.

Stelle estinte
nell’antichità
brillano inconsapevoli di non esistere più.
Mappa di tracce
per orientarsi nel nulla.

Orme calcificate
congelate dal tempo.
Riemergono.
Animali invisibili attraversano i millenni
illudendosi
di raggiungere la loro meta.

Mura di città defunte
oggi tombe di civiltà scomparse
si sbriciolano
trascinando con sé frammenti di umanità.

Tutto quello che lasciamo sono tracce.

                       

                                              

Medusa

Dialogava col vento, attorniata dai corpi marmorei di amanti negateli.

                       

                    

Euridice, sulla strada di ritorno dall’Ade

Voltati!
Voglio scomparire davanti ai tuoi occhi.
Amo l’Inferno.

             

               

Eros

Scoccava le frecce per uccidere. Non fa questo l’amore?

                          

 

                         

L’uomo del deserto

Un serpente scende veloce giù per una duna lasciandosi dietro un sentiero fragile nella sabbia che il vento riempie e subito cancella. L’uomo del deserto osserva quella traccia, e poi il serpente che gli passa vicino sibilando. Il vento solleva granelli di sabbia e li deposita nelle pieghe del turbante. Un istante dopo l’uomo è al di là delle dune. Guarda da lontano una carovana di beduini. I nomadi in groppa ai dromedari lo avvistano e lui scompare dietro una duna. Li segue dall’alba e ormai sono le due di pomeriggio. I beduini si dissetano in un’oasi. Bevono piccoli sorsi, e sono guardinghi perché avvertono che l’uomo del deserto è sempre lì, fra le sue dune. Il viaggio della carovana riprende. Anche quello dell’uomo del deserto. Fino a che non giunge la notte. Il vento soffia ancora più forte e l’uomo del deserto si dissolve in sabbia che viene soffiata via nel freddo. Gli uomini della carovana si accasciano nelle tende, chiedendosi se l’uomo del deserto era un’allucinazione o uno spettro, sognandolo. Sarà una storia da raccontare attorno al fuoco.

                                 

                                

                       

Ho sempre amato i templi in rovina

Ho sempre amato i templi in rovina
così come gli antichi egizi li hanno lasciati.
Luci e ombre hanno dato vita a piccoli mondi in miniatura
dove i ritratti dei defunti non hanno né uno scopo né un posto.
Morti che paiono dormienti tornano al punto di partenza
ora i miei occhi non possono più vederli.

                                   

 

Luigi Siviero è nato a Trento il 6 giugno 1977. Ha scritto diversi saggi sui fumetti fra cui Dylan Dog e Sherlock Holmes: indagare l’incubo (NPE, 2012), un libro che contiene un’analisi del Dylan Dog di Tiziano Sclavi accompagnata da un’intervista al creatore dell’indagatore dell’incubo, Dall’11 settembre a Barack Obama (NPE, 2013), Sherlock Holmes. L’avventura nei fumetti (ProGlo, 2016), Dopo il Crepuscolo dei Supereroi (Eretica Edizioni, 2018) e Grant Morrison. La vita e le opere (Eretica Edizioni, 2020). Quest’ultimo ha vinto il Premio Tulliola – Filippelli, con premiazione avvenuta in Senato a Palazzo Giustiniani. Ha pubblicato racconti, poesie, fumetti e articoli su «Lahar Magazine», «Fumo di China», «Fumetto», «Sherlock Magazine» e altre riviste e antologie. Nel 2016 ha vinto il Premio Fogazzaro nella sezione Microletteratura e social network – Premio speciale umorismo; i dieci racconti che gli sono valsi il premio sono stati raccolti nel volume Lettere ritrovate (POCOlibri, 2022). Il tramezzino è il titolo del suo primo romanzo, pubblicato nel 2018 da centoParole. Fra il 2019 e il 2020 ha visto la luce il dittico di raccolte di poesie formato da Un’astrazione linguistica dai toni freddi e Schemi astratti di comportamento animale indecente (Montag Edizioni). Nel 2022 ha dato vita alla collana Nero di Seppia, dedicata a libri le cui pagine interne sono tutte bianche. Il primo titolo pubblicato nella collana è il fumetto L’uomo invisibile nella città invisibile.

 

I corteggiatori di Melpomene

Luigi Siviero

Nives Edizioni, 2022

 

luigisiv@yahoo.it

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3 Risposte to “Luigi Siviero”

  1. Premio “Le occasioni”: menzione speciale alla poesia “Tutto quello che abbiamo, tutto quello che lasciamo” – La Dimora del Mistero Says:

    […] pubblicata in apertura del mio libro I corteggiatori di Melpomene e può essere letta anche in rete nel blog Il Giardino dei Poeti, dove è presente un estratto del […]

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  2. I corteggiatori di Melpomene – La Dimora del Mistero Says:

    […] Il Giardino dei Poeti. […]

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  3. “I corteggiatori di Melpomene” nel blog “Il Giardino dei Poeti” – La Dimora del Mistero Says:

    […] blog Il Giardino dei Poeti sono stati pubblicati alcuni testi tratti dal mio libro di poesie, racconti e fotografie intitolato […]

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