Fedele, ma libera a suo modo da antecedenti illustri che nel suo dialetto e nell’asfissia cittadina hanno dato vita a importanti opere, da Pedretti a Baldini, la voce di Annalisa Teodorani è unica nella poesia contemporanea italiana. La sua lingua, materna e assoluta, scolpita nell’ aria di una propaggine di Romagna chiara e dura, trova le meraviglie e i magoni della vita. La poesia, qui, trova dentro il vissuto gli elementi minimi di una mappa esistenziale che arde e sa, a volte con il sorriso tirato o a volte sognante sulle labbra, vedere l’invisibile in quel che crediamo di sapere, di avere già veduto. Rinnovando l’antica, povera e pericolosa missione della poesia: la sorpresa … Senza la quale la vita non si vive ma si perde.
Davide Rondoni ( quarta di copertina)
Zuclitìn zal
Se t guérd da una fiséura
t vòid ch’i va in zóir da par lòu.
Zuclitìn zal, tre par do,
e l’instèda sa tótt i su dintìn.
Zoccoletti gialli
Se guardi da una fessura / vedi che si muovono da soli. / Zoccoletti gialli, tre per due, / e l’estate con tutti i suoi dentini.
***
Vòia ad vóita
Enca e’ culòur di tu ócc
u s’è strach
e a t vègh dalòngh
in chèva m’una vòia ad vóita
che dal vólti la t fa mèl.
Voglia di vita
Anche il colore dei tuoi occhi / si è stancato / e ti vedo lontano / in fondo a una voglia di vita / che a volte ti duole.
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Gnénca a prighè
E’ braz dla scaràna
l’è pin ad pensir, i tu
ch’ i n tróva pèsa gnénca a prighè.
Quèi ch’ i s nu n và
i t pórta sa lòu
duvò, ta ne sé.
Nemmeno a pregare
Il braccio della sedia / è pieno di pensieri, i tuoi / che non trovano pace nemmeno a pregare. / Quelli che se ne vanno / ti portano con loro / dove, non sai.
E’ grèn u n fòura
Làsa al spóini m’al rósi
e làsa che d’una mórta ròssa
u li faza s-ciupè e’ vént dla nòta.
Amdèn un bén d’ór
andarém a carezè.
E’ grèn u n fòura
se mai e’ fa e’ sanguéttal.
Il grano non fora
Lascia le spine alle rose / e lascia che d’una morte rossa / le faccia esplodere il vento della notte. / Domani un bene d’oro / andremo ad accarezzare. / Il grano non fora / casomai fa il solletico.
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Un mèr antóigh
Drì la paròida ad cartunzès
una vólta u i éra e’ mèr.
Ancòura u s sint l’udòur
e d’ògni tènt e’ vén a sbàt
m’i vóidar d’un insógni.
Un mare antico
Dietro alla parete di cartongesso / un tempo c’era il mare. / Ancora se ne sente l’odore / e ogni tanto viene a sbattere / nei vetri di un sogno.
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L’asasòin d’una pavaiòta
L’asasòin d’una pavaiòta
e’ làsa in zóir
impròunti arzantèdi.
L’assassino di una falena
L’assassino di una falena / lascia in giro / impronte argentate.
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L’òmbra d’una cumèta
Quant e’ sòuna e’ zil
l’è tótta un’ènta musica.
Quel ch’u n còunta
u n m’avrà.
E se própria un quèl
u m’avéss da purtè via e’ sòul
a vrébb ch’e’ fóss
l’òmbra d’una cumèta.
L’ombra di un aquilone
Quando suona il cielo / è tutta un’altra musica. / Ciò che non conta non mi avrà. / E se proprio qualcosa / dovesse portarmi via il sole / vorrei che fosse / l’ombra di un aquilone.
Annalisa Teodoraniè nata a Rimini nel 1978, vive a Santarcangelo di Romagna. Esordisce neI1999 con la raccolta di versi in dialetto romagnolo Par senza gnent [Per nulla] per l’editore Luise di Rimini cui fanno seguito La cherta da zug [La carta da gioco] nel 2004 e Soia la guaza [Sotto la rugiada] nel 2010 (II Ponte Vecchio, Cesena). L’autrice e compresa nel saggio, a cura di Pietro Civitareale, Poeti in romagnolo del secondo Novecento (La Mandragora, Imola, 2005) e, a cura dello stesso autore, nella selezione antologica eponima uscita neI2006 per le Edizioni Cofine di Roma. E presente anche nel Dizionario dei poeti dialettali romagnoli del Novecento, a cura di Gianni Fucci e Giuseppe Bellosi (Pazzini, Villa Verucchio, 2006). E compresa inoltre nell’antologia in lingua inglese Poets from Romagna, uscita nel20 13 per la casa edit rice gallese Cinnamon Press. Recensioni alle sue opere sono comparse su riviste specializzate quali «II Parlar Franco», «Confini», «Graphic».
Tag: Annalisa Teodorani
11 luglio 2014 alle 17:06 |
ringrazio per l’accoglienza su questo blog e per le vostre parole ringrazio anche Narda mia mentore da sempre … un abbraccio annalisa
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11 luglio 2014 alle 05:27 |
forte, bella poesia.
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8 luglio 2014 alle 12:03 |
La misura breve del verso è conservata, più di altre volte hai lasciato uscire da te una vena sentimentale e ti sei limata gli artigli. Ma sei ancora oro, oro fuso e ci stupiremo del nuovo stampo.
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