Anna Bertini

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Dalla nota introduttiva di Adriana Gloria Marigo:

[…]Profusioni, porge nel criterio dell’etimo il connotato che nel mondo vi è qualcosa a favore  dell’unione fusionale e combinatoria, che diffondere parti appartenenti  significa ogni volta apparentarsi con esso fin nella «goccia di sudore», riconoscere che «osceni» non sono i segnali affioranti, ma «i carboni d’anima sottostanti», ridefinire la scelta che s’invera alla soglia più alta nel «Gettarsi  /nel vuoto / del cortile, / attendere / lo schianto / che libera / il volo delle / cicogne. // E rinascere.»

L’intensa presenza dell’autrice a se stessa e a tutto quanto la circonda include ogni tensione, ogni manifestazione di persone cose emozioni inscindibili nell’interezza dell’intorno, che sembra vacillare nella sua materializzazione come necessità a riconoscere le proprie e altrui consistenze o debolezze e accoglie la musica che segna il procedere come ombra esatta e gemina, come fosse non sperdimento di sé, o vaghezza d’estraniazione, ma congiunzione assiale, necessità e traccia strutturale.

 
LA Dis-uguaglianza

Tutte le volte che tocca
la stazione uguaglianza
la locomotiva si schianta.
Volano cocci corpi parti.
È l’abuso della parola libertà
che ci ha tatuato sul braccio
la parola coraggio.
di città in città
disperati diversi dispersi,
si va si sta si muore
per voi che clonate
l’inferno migliore.

Ispirato a Different Trains, Steve Reich

 

**
Yamore

Con gesto stanco nel Suk
a cercare il disco del nero bianco.
Tra mille collane e poche antichità
tra le rovine puzzolenti
della tua città
spingendo una poussette.

Tu, sguardo da ‘masai’ bebè
non sai niente ancora di me:
ci voleva coraggio,
io sperso avorio
nella città ebano
dei contrabbandieri neri –
seduti su panchetti minimi
scolpiti nei baobab –
a cercare avida la musica,
per dimenticare
l’odore, il dolore
e la paura di non farcela
a reggere sul corpo
la tua Africa.

Ispirato a Yamore, Salif Keita

 

**
E poi se ne vanno le donne

Sono sicura, non andate di schiena
è il mondo che vi si gira
e mostra la gobba
si inchina…
Intanto silenziose
vanno le donne
lontane dalla vita.
Da poco son partite
avviandosi piano,
alcune per mano
alla raggiunta vecchiezza,
altre con uno sguardo
di indomita bambina,
con la paura taluna
di lasciare al futuro incerto
qualcosa qui
sulla confusa terra.
Col rimpianto dell’amore,
dell’alba, delle risa
di tutta la bellezza,
del sole che scalda,
del profumo dei capelli
di tuo figlio,
di quella pietra dal cuore
che scivola,
alla fine di una guerra,
di un impegno,
di una rabbia,
di una storia.
Con rimpianto e pace
se ne vanno le donne
da qua, a cercare
una nuova dimora
per l’umanità ferita.

dedicato a Clelia, Rita, Mariangela.

 

**
Seduta nei dintorni di te

La sedia davanti alla luce
la luce seduta sui fianchi,
silenzio, guardo davanti,
la schiena taciturna dei giorni,
che passo in attesa,
di cosa?
Non ci sono ritorni
le ore sono sempre nude e nuove
nei dintorni di me.

 

**
Penelope

Ma tu torna.
Anche i conti tornano,
alla fine del giorno,
se non viene il tempo ladro a rubarti
qualche soldo dal cassetto,
e i clienti hanno pagato.
Ti lavo d’ambra,
ti profumo di sandalo,
ti cucino speziato di curcuma e zenzero,
ti delizio di cannella sulle mele,
e poi ti puoi sedere qui,
accanto al mio telaio,
dove tesso pregiati i filati
splendenti di porpora e zafferano.
E tu mi tieni una mano,
quando mollo la cima del vello,
e penso, e rido.
Tu ferito,
che torni dalla guerra dei bazar,
dalla lotta degli scambi e delle tratte,
tu, coi caftani, tu lo so, domani, torni.
Allora ti aspetto.
Mi metto dirimpetto alla vita,
con resine copro la ferita dell’assenza
e spargo qualche essenza su un asciugamano.
Poi ci piango dentro l’attesa,
no, no, non mi sono arresa,
non mi sono arresa.

 

 

Anna Bertini, appassionata e dedita da sempre alla scrittura e alla musica, è nata in Toscana, a Livorno e si è tra-sferita nel 1987 a Monaco di Baviera dove ha acquisito il Diploma in Educazione dell’adulto e quello di Lingua Tedesca. Si è dedicata per svariati anni all’insegnamento della lingua italiana per stranieri. Ha studiato Drammaturgia presso la Facoltà di Theatherwissenschaft della Münchner Ludwig Maximilian Universität.

Ha frequentato il primo anno del Master in Tecniche della Narrazione e i corsi di Editing, Critica Musicale, e Scrittura per il Teatro presso la Scuola Holden di Torino (’94-’96). Dal 1996 al 2011 si è occupata di management culturale, fondando le due agenzie Bertini Art Networking e Joinopera. Ha curato le carriere di musicisti e l’organizzazione di eventi e spettacoli, collaborando con molte prestigiose istituzioni e personalità internazionali.
Ha trascorso diversi mesi in Africa per l’adozione della figlia Nathalie, in seguito alla quale ha abbandonando la carriera manageriale. Questi cambiamenti le hanno i consentito di dedicarsi più intensamente alla scrittura, che è diventata così ( insieme alla cooperazione con scuole e istituzioni culturali per seminari e laboratori di espressività e didattica della musica ) più centrale nella sua attività.

Pubblica bimestralmente sulla rivista letteraria La Stanza di Virginia, e bisettimanalmente sul magazine dell’Associazione Onlus Facciunsalto Editori. Sue liriche e racconti sono comparsi in an-tologie ed ebooks, tra le quali citiamo il IV e VI numero de I Quaderni di Èrato, l’antologia Voci contro la Guerra di Onirica Edizioni, e quella Teorema del Corpo, Donne scrivono l’eros, Fusibi-liaLibri, 2015.
Ha pubblicato nel 2015 per FusibiliaLibri la silloge “Profusioni”, ( nota editoriale di Adriana Gloria Marigo ).
E’ membro di EWWA European Writing Women Association, e di DVPJ, Deutscher Verband der Pressejournalisten.

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3 Risposte to “Anna Bertini”

  1. cristina bove Says:

    e tu sei la benvenuta, amica mia.
    condivido il commento di Marco Maggi

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  2. annabertini Says:

    Grazie a Cristina per avermi dedicato la sua attenzione, che considero preziosa come la sua amicizia e la sua poesia, a Marco Maggi perchè mi dedica parole che fanno grande onore, soprattutto perchè scritte da persona che stimo profondamente, in poesia e in vita.

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  3. Marco G. Maggi Says:

    Nella poesia solitamente traspare la cultura di chi scrive ma, per essere poesia vera, deve avere il sapore spesso acre della vita. Anna Bertini con questi versi dimostra non solo di possedere gli strumenti di una cultura ad ampio spettro ma riesce a rendere la propria esperienza di vita cultura. La sua conoscenza è viva e offre al lettore la possibilità di condidere esperienze altrimenti irripetibili arricchendolo con una poesia densa ma del tutto scorrevole e senza fronzoli.

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