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L’antitesi di un sole
chissà
se ci saremo ancora
quando farà caldo
se le parole e i temporali
faranno differenza
se ci sarà una chiocciola
a ricordarsi di noi
dentro al giardino
estivo
del ciòcheèstato
o forse
saremo un’onda
capace solo
di
suicidarsi sulla scogliera
il fondo di una bottiglia
dimenticata
l’antitesi
di un
sole.
Un requiem per i mesi in cui fa caldo
e Maya si è dimenticata
il velo sull’ultima corsa
della 90 a Piazzale Lotto
una Domenica notte ubriaca
di fine Maggio
senza le scarpe a combattere l’asfalto
e Giano bifronte
si fa i selfie bipolari
sushi vegano con la camicia bianca
[quella nera per gli amici neonazisti]
all’ora dell’aperitivo è ancora Aprile
e fioriscono le milf e il botulino
Prometeo promette arrogante
la Conoscenza dai cartelloni elettorali
e il fuoco purificatore senza pietas
per i nemici della Patria e della Mamma
ed è già Giugno e si muore col sorriso
Poseidone sfoggia raggiante
la Bandiera Blu che si è appena tatuata
e ammicca alle turiste provocanti
allontanando i clandestini con la mano
e viene Luglio
sudando l’ansia in discoteca
Anansi racconta puttanate
alle famiglie che aspettano il traghetto
in fila come bestie sotto al sole
rabbia compatta
ripiegata ad infradito
ed ecco Agosto
ed è la vita che si ferma
pigiata stretta attorno a un ombrellone
Ma poi a Settembre ecco Kalì
spendere miliardi in manicure
la green economy – la beauty farm
e gli oli per capelli alla sirena
per sgomberare gli abusivi dall’altalena
e Maya ritrova il velo
al Parco Lambro
un pomeriggio di un mese a caso
steso su un corpo
e si allontana lentamente pedalando
fischiando un requiem
per i mesi in cui fa caldo.
In un Helvetica elegante
il clima si adatta bene
alla situazione politica
attuale.
col gatto sulle gambe
leggo
parole oneste
sullo scrivere
un racconto.
a pagina 67 compare Carver;
ti dà del coglione
in un Helvetica elegante.
in Inghilterra,
questa,
è l’ora del tè.
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Nessun motivo, nessun cielo e neanche il mare
che poi io di te direi lo stesso
[l’ambivalenza emotiva dell’ego-pace]
definitiva la non accettazione
dell’esistenza di anime autoimmuni
il vago tentativo di concepire
suicidi dilatati in meridiani
quando il vento scuote le foglie amaramente
tra i nostri passi di sole e suole circolari,
di carri_armati per conflitti [in]dichiarati
che poi io di te dirò lo stesso
nocche disgiunte dalle preghiere laiche
e un’ombra nera vaporizzata nelle tasche,
fiori recisi mutati in pietre a zavorrare
nessun motivo, nessun cielo e neanche il mare
a suturare con dita competenti
la ferita cieca di chi resta,
lo sciabordio insistente e senza pace
di schegge d’ossa dentro la testa.
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… da “ Little Town Blues ” ed Matisklo 2016
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La poesia di Vera Bonaccini prende le mosse dal nuovo “Underground”, quello dei blog e dei collettivi letterari che hanno eletto il Web a proprio ecosistema. Un’esperienza importante – spesso ingiustamente ignorata dalla critica, cieca di fronte a realtà interessanti, formidabili incubatrici di talenti – dalla quale però, pur senza rinnegarla, l’autrice di “Little Town Blues” prende il volo per trovare il proprio respiro e una vena poetica estremamente personale e potente, lontana da qualsiasi etichetta o scuola di pensiero, dal ghetto della Rete come dalla “solitudine della parola” della “lirica dell’Ego” accennata da Roberto Keller Veirana nella sua nota introduttiva a questa raccolta (dalla quarta di copertina “Little Town Blues ” ed Matisklo 2016 )…
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Vera Bonaccini (Milano, 1977) vive e lavora in Liguria. Scrive da sempre su tutto quello che le capita a tiro: fogli, scontrini, muri, a volte anche sulle proprie mani. Fa parte del collettivo Nucleo Negazioni, col quale ha pubblicato la raccolta di racconti “Nagasaki Luna Park” (Edizioni La Gru, Padova 2013) e partecipato all’antologia poetica “I ragazzi non vogliono smettere” (Matisklo Edizioni, Mallare 2013). Suoi testi sono presenti su numerose riviste e antologie, fra cui “Guadagnare soldi dal caos” (Edizioni La Gru, Padova 2013). In poesia ha pubblicato “Le stelle sono andate tutte al cinema”, “Biologica al 97% – poesie lomografiche” e “Cartoline da un paese in dismissione” (Edizioni La Gru, 2014). È parte del collettivo letterario Bibbia d’asfalto – Poesia urbana e autostradale e redattrice della rivista digitale Bibbia d’asfalto. Per Matisklo Edizioni è curatrice della collana Vertigini, dedicata alla narrativa italiana contemporanea.
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Tag: Vera Bonaccini
29 giugno 2016 alle 14:01 |
Una moderna poetessa ,non sono in grado di porre una critica,o commentare, in quanto non dispongo di tale talento, ma a mio modesto parere ,piacevole leggerla
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