Giorgio Casali

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Entro nella notte

 

Entro nella notte finalmente,

c’entro davvero per la strada dritta,

dritta e lunga, porta a Rubiera.

Girerò fino al nocciolo del buio

che batte sull’ultimo sole.

Dentro finalmente fino a tutto,

la provincia che ti lascia

senza bussola, serena.

                    

                         

Sulla collina

 

Sulla collina:

basta poco da dove abiti,

pochi minuti per Fogliano,

pochi per Rocca

verso Serramazzoni.

Di notte non passa nessuno,

senza luci davanti non si vede niente.

Non c’è rumore, non c’è polizia,

di notte stasera

non hai voglia di dormire.

***

Questa notte ti appartiene;

ogni tornante, ogni angolo in discesa.

                    

                  

Quello dei boschi 

 

Hai detto che il lavoro non è una parte della vita

ma viene al primo posto.

M’hai lasciato una lista di cose da fare,

nero su bianco, come una ricetta:

leggere i poeti inglesi e americani

che ancora non conosco: quello dei boschi

e quello che succhiava la vita.

                       

La poesia

 

La poesia non è solo una questione di nervi,

ma in parte sì: col fumo sempre che t’impasta

nuova vita e nuovi versi sbocciano:

sì, come un fiore,

ma l’inchiostro appassisce sul bianco.

Dove starei senza biro

senza un foglio vergine di carta

che brama d’essere tastato, inseminato.

***

Voi, scribi, pagati per montare

slogan pubblicitari, cercate

il bello dei colori, la velocità della scena,

l’appetibilità delle forme della carne.

Siamo simili?

Spero di no.

                             

                       

Non guardo così lontano

 

La provincia… non guardo così lontano

sempre in linea sotto la collina

sensi unici a parte che voglio

rispettare, vagare in un palmo.

Sono entrato nel parcheggio della Coop

per trovare un qualche spacciatore,

uno c’era – adesso vanno in bici.

Così ancora i miei tre chilometri

da Fiorano a Sassuolo

fanno stretti paese con paese.

Questa sera pago il prezzo

della lucidità.

                 

                 

Amore

 

Pagare un po’ di caldo,

il tasto delle forme,

non vergognarsi d’essere nudi;

insieme a tutta questa notte

rimane, non rivale,

la cerca dei tuoi occhi.

***

Stanno dimostrando che il bacio

è bello per chimica specifica reazione;

così l’amore: il padre

che regala un gioco al bimbo,

l’amico che paga al banco il giro.

Ma non credo sia tutto qui,

credo nello spazio segreto

che è mistero è verità.

                           

                      

La colpa

 

La signora della grande depressione

s’aggira per le strade quando è buio;

guarda fisso un punto lontano nel nulla,

non chiederle cosa, né dove, non risponde;

la temi come un film di paura,

la trovi nei posti dove cerchi la pace:

dietro gli angoli, di colpo la faccia

i suoi occhi stanchi di trucco

e di luce e di gente. Preghi

di non trovarla dopo un tornante

in collina quando giri da solo

(la cosa succede, come lei

cerchi lo scuro, i resti della solitudine).

La signora veste strano: di nero di vecchio

nel suo gioco senza colpa con l’abisso.

***

C’è più colpa dopo mezzanotte?

Le banche sono chiuse, i governi dormono,

la polizia controlla le case dei ricchi

– loro lavorano per sonni tranquilli,

noi vaghiamo santificando la luna.

                           

                    

In questa vecchia casa

 

Ci trasferiremmo in questa vecchia casa

piena di specchi e di mobili antichi.

I letti sono tanti, ci sono le coperte,

anche d’estate c’è fresco di sotto.

Fuori il giardino è ben curato,

piante e fiori di molte qualità

che sembra d’essere nell’Eden.

Ci saranno scricchiolii, così fa l’antico,

ma non preoccuparti, ti starò vicino.

A volte la collina è solo un orizzonte,

così sopra e troppo buia:

la cosa migliore allora

è stare vicini alla piazza,

sentire l’effimero di qualche parola,

addormentarsi coi rumori

di una macchina che passa.

                              

                          

Estathé

 

In fondo

questa è un’estate da ricordare:

quando saremo senza capelli

aspettando la sveglia delle sette

senza riforma delle pensioni.

***

Andremo ancora e ancora

da Nirano per Varana, Montegibbio

con in mano un tè al limone

fermi nel parcheggio a contemplare:

il fumo uscendo dai finestrini

si colora della luce della luna.

 

                                 

                                      

                                      

Giorgio Casali è nato nel 1986 e vive a Fiorano, in provincia di Modena. Laureato in Storia all’Università di Bologna, è stato speaker di Radio Antenna1 dal 2009 al 2014 con il programma “Bankshot”. Ha pubblicato i libri di poesia Attaccamenti (Albatros, 2010), Notte provincia (Edizioni clandestine, 2011), Poesie (edizione privata, 2012), Sotto fasi lunari (Incontri, 2013), Diarietto cattolico (Ladolfi, 2016), Domestiche abitudini (Contatti, 2020) e Altre poesie (Convivio, 2020). Con Andrea Chiesi ha dato alla luce il catalogo d’arte 19 paintings 19 poems (Italian Cultural Institute of New York, 2014), dal quale è stato estratto lo spettacolo Forma Suono Parole con la collaborazione musicale dei Divisione Sehnsucht, presentato la prima volta al Poesia Festival 2014. È uno dei centoquattro poeti di Come sei bella (Aliberti, 2017), antologia curata da Camillo Langone e dedicata all’Italia. Dal 2019 è voce e autore dei Nancy, rock band che ha all’attivo un EP omonimo di cinque canzoni cantate in italiano.

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