Stefano Guglielmin

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Da Ciao cari (inediti, 2013)

 

Una vita, ti dico

Una vita, ti dico
la puoi scrivere soltanto, fingere
che ci sia stata, unendo i fuochi
tra poco e poco: stare in sala
d’attesa quando piove, né felice
né infelice, altro non c’è.

Però fuori si muore, mi dici.
Anche dentro si muore
ti dico. E si semina altra delizia
dentro e fuori, altra sporcizia.

                                                    

Mariarosa (1961 – 1984)

Quando venivo a trovarvi
tua sorella mi accoglieva a seno scoperto

lo poggiava sopra il bustino e rideva per farmi
arrossire.

Quel cuoio le sbocciò dopo il volo:
voleva sparire, tu lo sapevi.

Lessi di lei e di te sul giornale.
Bevevo una birra al bar, morivo un poco.

                                  

Beppe (1959 – 1995)

Cantavi, di Juri Camisasca,
il suo galantuomo e mi prestavi libri
come fossero pistole. Poi la vita fa i buchi
dentro, prende l’aids.

Lo dico a Cristina, con cui stavi
in principio: Beppe, verso la fine,
mi chiese i nomi dei poeti della nostra
generazione, e se per caso avessi
altro denaro.

Il tema più bello, a scuola, me lo scrisse
lui: comparava le risorse con i limiti
del mondo. Ed era pieno di pensieri
anche per noi.

                              

Antonella (1958 – 1993)

L’ultima volta in giardino pesavi metà
di ogni cosa felice.

Aspetto un figlio
ti ho detto. E io la morte, hai risposto
quieta, come se ci fosse una logica
segreta, che lega forbice a fiore.

Sei stata la prima a saperlo
l’ultima a partire.

                               

Loretta (1959 – 1981)

L’ho saputo da poco che sei morta di overdose.
Lo sapevo da sempre. L’aspettavo.

Mi chiamavi glielmin ed eri la più lenta di tutti
a spogliare dagli alberi le mele. Andammo a letto vestiti
perché il corpo aveva più sonno di noi
che volevamo giocare prima di dormire.

L’ho chiesto a Mariangela, che ora ha due figli
e un’altra vita.

 

 

Stefano Guglielmin

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9 Risposte to “Stefano Guglielmin”

  1. cristina bove Says:

    mi scrive Stefano:
    cara Cristina, non riesco a postare un grande grazie nel tuo blog: il commento non esce. puoi farlo tu?
    ecco.
    io lo ringrazio a mia volta per avermi affidato i suoi bellissimi inediti, che ho particolarmente sentiti e apprezzati.
    cb

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  2. Carla Bariffi Says:

    hai conosciuto donne sfortunate, mi dispiace!

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  3. Alleluhia - Titti Ferrando Says:

    Il mio commento di è sparito. Allora ti dico solo granbelle, molto apprezzate.

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  4. giovanni baldaccini Says:

    Una splendida rivisitazione d’anima dei fatti della vita e l’anima, si sa, legge tutto a modo suo. Avrei sempre fatto a meno dell’ultimo verso, ma non conta nulla, Grazie per aver scritto.

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  5. giesse Says:

    Belle davvero! Mi piace lo stile, la sobrietà e quel fluido che non ha possibilità d’essere ‘tradotto’, il “fluido della poesia”.
    Potresti pensare: “è un modo gentile di ricambiare cortesia”. No. Il tema della morte, del lutto, mi appartiene, ci appartiene tutti. E la vita,
    (…) stare in sala
    d’attesa quando piove, né felice
    né infelice, altro non c’è.

    Nonostante la tua immensa cultura (si capisce dai tuoi articoli), i versi scandiscono di tuo (e pregni nella loro compostezza). Complimenti.
    g.s.

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  6. leopoldo2013 Says:

    (…) certamente l’elegia sdoganata dalla grande sensibilità linguistica del suo “basso continuo”largamente personale , riconoscibile .

    leopoldo attolico –

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  7. mauro pierno Says:

    Che bei fiori!
    Da portare” lassù in montagna…
    O bella ciao! Bella ciao! Ciao, ciao, ciao!”
    Questi fiori, fiori di libertà!

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  8. poetella Says:

    Stupende!
    Tutte.

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  9. tramedipensieri Says:

    Grazie
    sono stupende….e così “intime” da leggerle in punta di piedi…

    buona giornata
    .marta

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