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Antonio Sambiase

6 gennaio 2023

Copertina _Momenti_Sambiase

Dalla nota introduttiva: “I miei versi nascono da un’esigenza di dare voce, e forse anche qualche contorno, alle emozioni di esperienze vissute da me o da chi mi sta vicino, o da una persona qualsiasi che ha catturato il mio sguardo camminando per strada o viaggiando in metropolitana. Così un momento qualsiasi della quotidianità, mia o di una persona a me sconosciuta, diventa soggetto dei miei versi.”

Poesie estratte da Momenti di Antonio Sambiase (Controluna edizioni 2022)

Non arrenderti (p. 11-12)

Andare avanti per inerzia,
sentire il calore del sole
che brucia la pelle
ma non provare dolore.

Mi sento un pesco,
bloccato sotto il sole d’estate,
inerme, illeso.

Ma sento che devo andare:
camminare, correre, arrancare
per cercare il lume nel fondo,
per dar luce a questa misera vita
di bianco e nero vestita.

Non vedo sfumature,
ho un arcobaleno dentro
che non riesce ad uscire.
Mi sento freddo,
mi sento morto.

Sono un salice piangente,
ho i nervi a pezzi,
si contraggono, fanno male,
trattengo il mio dolore.

Sono un fiore di una landa desolata,
appassito, dal colore spento.

Steso me ne sto
su un misero letto d’ospedale.

*

Ritrovo me stesso (p.21)

In questa notte
tra musiche e parole
rivedo quel piccolo fanciullo.

Mi saluta, mi parla
non lo ricordo.

Una faccia così familiare.

*

Sospensione (p. 25)

Sono sospeso,
abito il mare,
abito la terra,
uccello marino e terrestre.

Vivo di ricordi,
vissuti o immaginati?

Altro non sono
se non un essere privo di forma.
Inconsistente nell’animo
e nella carne.

Fui forma o fumo?
Evaporo, prendo forma,
ho un corpo
tangibile ma inafferrabile.

Percorro rotte,
con mete note,
da una bussola guidato.

Oh, potessi non averti!
sarei senza meta,
senza strada,
sarei essere libero,
sarei aria, acqua e terra!

*

Condannato (p. 46-47)

Cede il mulo
mandato su e giù
per l’arida terra
a trasportar le stracolme
ceste del mattutino raccolto,
che mai potrà mangiare.

Sta là, a giovar ad altri
non a lui.

Ridotto per l’altrui
volontà, ad essere un mezzo.

Spento nella sua natura,
usato per la sua forza,
chiuso in un recinto
e libero
in un recintato campo.

Strigliato e bastonato
ad ogni freno da lui posto.

Eccolo lì all’ennesimo giro
tra la stalla e i campi.

Cedono le zampe,
è sfinito ormai!

Cade a terra.
Ora è libero.

*

Il vuoto (p. 44)
Giorni, sono giorni ormai
che mi accompagna una (dolce) malinconia,
che non ho sentito mai
in me. Mi tormenta
mi parla, mi incanta.

Ore passate a guardare
il vuoto, senza saper che fare
del futuro imminente.
Lei mi desta strane idee in mente.

Manca il coraggio di metterle in atto.

*

Di notte (p. 45)

Di notte me ne stavo
ad osservar il duro incavo
tra il soffitto e la parete,
che mi proteggono,
i pensieri velocemente intenti a scorrere
come un burrascoso torrente,
distogliendo dalla mente
il tempo presente.

*

Falso arrivederci (p. 27)
Delle voci si sentono dalla finestra:
saluti e baci scoccati si odono,
richieste di un’ultima foto insieme.

Con tono di voce da ubriachi.
Si sente lo sbattere delle bottiglie
ancora mezze piene.

Una urla: “mi mancherai”, palesemente
ubriaca, l’altro risponde; “lo vedremo”,
palesemente sobrio, un ultimo abbraccio.

Si separano.

Non si vedranno più.

Foto Antonio

ANTONIO SAMBIASE, classe 1993, nasce a Parghelia in provincia di Vibo Valentia. Dopo gli studi scientifi ci si è trasferito a Roma e si è laureato in Filologia Moderna, per poi intraprendere studi biblioteconomici. Oggi si dedica al suo lavoro da bibliotecario, alla letteratura e alla poesia. Momenti è la sua opera prima.