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Anna Bertini

16 marzo 2018

riproposte

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Anna Bertini

Anna Bertini

1 settembre 2017

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Profusioni è la prima raccolta di poesie pubblicata da Anna Bertini nel 2015 per FusibiliaLibri.
Alla poesia di Anna è stato dedicato spazio su:
La presenza di Èrato, Il Seme Bianco, Un posto di vacanza, Il giardino dei poeti e su svariate antologie cartacee e riviste online. E’ stata tra i poeti selezionati per la settimana del Diritto al Bello, 10-17 dicembre 2016, a Livorno.
Il musicista Marco Betta ha scritto un componimento originale in musica sulla sua poesia Sempre Settembre, da Profusioni.
In aprile 2017 ha pubblicato il volume di racconti Duende, sempre per i tipi di FusibiliaLibri.

Alcune recensioni:

Anna Santoro, sul suo blog personale, maggio 2017:

Immaginate una levità che percorre e crea mondo. Dunque densa, qualità stupefacente per la levità.
Ma anzi: non immaginate, leggete piuttosto Profusioni (FusibiliaLibri, -2015) di Anna Bertini, e troverete ciò che cercavo di farvi immaginare. E non solo nei testi che Anna ci regala, ma anche nel suo vivere girovago e curioso, nel suo non fermarsi e non acquetarsi, non desiderando arrivare a qualche conclusione, ma avendo piena consapevolezza che è il viaggio in sé che conta.

Anna Maria Bonfiglio, marzo 2016 su Profusioni:

La poetessa Anna Bertini ci trasmette un patrimonio di esperienze e sentimenti e lo fa con estrema cura e delicatezza, la sua espressione poetica si manifesta nell’equilibrio della bellezza intesa come valore da contrapporre ad un certo vuoto sociale e ideale, imbuto dentro cui si restringe il desiderio espansivo della comunione con l’uomo e con la natura. (…) La peculiarità di questa raccolta è l’abilità con la quale l’autrice riesce a far convivere in pochi testi tematiche e tensioni di matrici diverse, mantenendo sempre un’alta soglia d’attenzione verso la koiné stilistica.

Marco Aragno, gennaio 2016 su Profusioni:

C’è la voglia di attraversare il mondo, col suo carico di vaghezza e di dolore, coinvolgendo ogni sfera della percezione (dall’olfatto all’udito al tatto). C’è poi la volontà di non rispettare gli schemi, sia quelli imposti dalla natura che dalla società (“non so fare le cose senza rompere le sequenze”), in una rivendicazione della libertà individuale ed emotiva che è tutta poetica e mi richiama alla mente i crepuscolari.

Alcuni inediti:

Primi mesi

In questi mesi bruti
la luce è impaurita.
E’ facile trovare
in loro mano
la falce della morte,
di solito celata
nel pastrano.
Stecchita è la natura:
come magre braccia
che stringono il nulla
anelano i rami alla gemma
che si attarda,
riflettendo della nascita
il dilemma.
La materia è nera
come matita
e traccia segni spessi
sulla carta e la strada.
Rumore come di freni
rotti: slittano i passi,
incerti, ovunque si vada.

La fiducia dei boschi

Ha fiducia il bosco
nelle radici:
sa dissetare
per ricrescere,
lascia che si rinforzi
ciò che è stabile,
lascia che si spezzi
ciò che è caduco.
Sa profittare
della marcescenza
e del rigoglio
in parti uguali.
Con i profumi del suolo
nutre le altezze,
continua intanto a
scavare invisibile
le coltri del tempo.

                                      
                       
Non regge lo specchio

Intenso come un ruscello,
libellula con ali troppo sottili,
non riesce a tollerare il vento
si inarca, odia il volo.

Completo come le stagioni,
le ha fuse insieme
primaestautuninverno
vera fede nelle rinascenze
amore di cicala
che fa la muta, frinisce
nel calore, traspare
come le sfere di cristallo.
Fragile di fortezza
sorgente come le aurore,
sperso di dimenticanza,
forte ma stanco, presto senescente.
Tollera tutto,
meno che l’immagine:
si dissolve non appena trova
innanzi a se
lo specchio.

 

Sete di pace

Come si ha sete
come è sete di pace
La voce non viene
e teme la luce
l’oscura anticamera
che ci contiene

Stretto intorno al cuore
un corsetto il torace,
un duro carapace
di tartaruga strana
frena il respiro.
L’unico affanno che
valga la pena: ritrovare
la piena che gonfia
il petto d’aria.

 

Da Manum Porrigas, La presenza di Èrato 2017:

Senza bandiere

Non ti hanno portato stretto in una bandiera
pensano che chi cerca non ne abbia una
la libertà del dubbio non crea eroi
vai senza armi torni senza ragioni
col volto impreciso, il corpo violato
“Chi ti ha mandato?”
Non è morte di stato, questa.
Ti abbiamo mandato tutti noi,
non i soli ad avere diritto a diritti.
Ci sono uomini di altri colori di altri geni,
che meritano la loro verità, la dignità
che pure a te hanno tolto Giulio Regeni.
Noi la invochiamo adesso in tuo ricordo
per ogni uomo degno di essere libero
che per essere libero è morto.

 

Da Profusioni, FusibiliaLibri 2015:

Sempre Settembre

E così settembre
muove le ombre
e le tende,
gli anni e le foglie.
Ogni rinascita
un distacco
del picciolo
dall’albero.
Radici si allungano,
arterie di giorni lontani,
echi di ciò che sogni,
profumo di trascorsi.
Morsi e rimorsi
sul frutto maturo
dei miei anni.

Anna Bertini

19 febbraio 2016

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Dalla nota introduttiva di Adriana Gloria Marigo:

[…]Profusioni, porge nel criterio dell’etimo il connotato che nel mondo vi è qualcosa a favore  dell’unione fusionale e combinatoria, che diffondere parti appartenenti  significa ogni volta apparentarsi con esso fin nella «goccia di sudore», riconoscere che «osceni» non sono i segnali affioranti, ma «i carboni d’anima sottostanti», ridefinire la scelta che s’invera alla soglia più alta nel «Gettarsi  /nel vuoto / del cortile, / attendere / lo schianto / che libera / il volo delle / cicogne. // E rinascere.»

L’intensa presenza dell’autrice a se stessa e a tutto quanto la circonda include ogni tensione, ogni manifestazione di persone cose emozioni inscindibili nell’interezza dell’intorno, che sembra vacillare nella sua materializzazione come necessità a riconoscere le proprie e altrui consistenze o debolezze e accoglie la musica che segna il procedere come ombra esatta e gemina, come fosse non sperdimento di sé, o vaghezza d’estraniazione, ma congiunzione assiale, necessità e traccia strutturale.

 
LA Dis-uguaglianza

Tutte le volte che tocca
la stazione uguaglianza
la locomotiva si schianta.
Volano cocci corpi parti.
È l’abuso della parola libertà
che ci ha tatuato sul braccio
la parola coraggio.
di città in città
disperati diversi dispersi,
si va si sta si muore
per voi che clonate
l’inferno migliore.

Ispirato a Different Trains, Steve Reich

 

**
Yamore

Con gesto stanco nel Suk
a cercare il disco del nero bianco.
Tra mille collane e poche antichità
tra le rovine puzzolenti
della tua città
spingendo una poussette.

Tu, sguardo da ‘masai’ bebè
non sai niente ancora di me:
ci voleva coraggio,
io sperso avorio
nella città ebano
dei contrabbandieri neri –
seduti su panchetti minimi
scolpiti nei baobab –
a cercare avida la musica,
per dimenticare
l’odore, il dolore
e la paura di non farcela
a reggere sul corpo
la tua Africa.

Ispirato a Yamore, Salif Keita

 

**
E poi se ne vanno le donne

Sono sicura, non andate di schiena
è il mondo che vi si gira
e mostra la gobba
si inchina…
Intanto silenziose
vanno le donne
lontane dalla vita.
Da poco son partite
avviandosi piano,
alcune per mano
alla raggiunta vecchiezza,
altre con uno sguardo
di indomita bambina,
con la paura taluna
di lasciare al futuro incerto
qualcosa qui
sulla confusa terra.
Col rimpianto dell’amore,
dell’alba, delle risa
di tutta la bellezza,
del sole che scalda,
del profumo dei capelli
di tuo figlio,
di quella pietra dal cuore
che scivola,
alla fine di una guerra,
di un impegno,
di una rabbia,
di una storia.
Con rimpianto e pace
se ne vanno le donne
da qua, a cercare
una nuova dimora
per l’umanità ferita.

dedicato a Clelia, Rita, Mariangela.

 

**
Seduta nei dintorni di te

La sedia davanti alla luce
la luce seduta sui fianchi,
silenzio, guardo davanti,
la schiena taciturna dei giorni,
che passo in attesa,
di cosa?
Non ci sono ritorni
le ore sono sempre nude e nuove
nei dintorni di me.

 

**
Penelope

Ma tu torna.
Anche i conti tornano,
alla fine del giorno,
se non viene il tempo ladro a rubarti
qualche soldo dal cassetto,
e i clienti hanno pagato.
Ti lavo d’ambra,
ti profumo di sandalo,
ti cucino speziato di curcuma e zenzero,
ti delizio di cannella sulle mele,
e poi ti puoi sedere qui,
accanto al mio telaio,
dove tesso pregiati i filati
splendenti di porpora e zafferano.
E tu mi tieni una mano,
quando mollo la cima del vello,
e penso, e rido.
Tu ferito,
che torni dalla guerra dei bazar,
dalla lotta degli scambi e delle tratte,
tu, coi caftani, tu lo so, domani, torni.
Allora ti aspetto.
Mi metto dirimpetto alla vita,
con resine copro la ferita dell’assenza
e spargo qualche essenza su un asciugamano.
Poi ci piango dentro l’attesa,
no, no, non mi sono arresa,
non mi sono arresa.

 

 

Anna Bertini, appassionata e dedita da sempre alla scrittura e alla musica, è nata in Toscana, a Livorno e si è tra-sferita nel 1987 a Monaco di Baviera dove ha acquisito il Diploma in Educazione dell’adulto e quello di Lingua Tedesca. Si è dedicata per svariati anni all’insegnamento della lingua italiana per stranieri. Ha studiato Drammaturgia presso la Facoltà di Theatherwissenschaft della Münchner Ludwig Maximilian Universität.

Ha frequentato il primo anno del Master in Tecniche della Narrazione e i corsi di Editing, Critica Musicale, e Scrittura per il Teatro presso la Scuola Holden di Torino (’94-’96). Dal 1996 al 2011 si è occupata di management culturale, fondando le due agenzie Bertini Art Networking e Joinopera. Ha curato le carriere di musicisti e l’organizzazione di eventi e spettacoli, collaborando con molte prestigiose istituzioni e personalità internazionali.
Ha trascorso diversi mesi in Africa per l’adozione della figlia Nathalie, in seguito alla quale ha abbandonando la carriera manageriale. Questi cambiamenti le hanno i consentito di dedicarsi più intensamente alla scrittura, che è diventata così ( insieme alla cooperazione con scuole e istituzioni culturali per seminari e laboratori di espressività e didattica della musica ) più centrale nella sua attività.

Pubblica bimestralmente sulla rivista letteraria La Stanza di Virginia, e bisettimanalmente sul magazine dell’Associazione Onlus Facciunsalto Editori. Sue liriche e racconti sono comparsi in an-tologie ed ebooks, tra le quali citiamo il IV e VI numero de I Quaderni di Èrato, l’antologia Voci contro la Guerra di Onirica Edizioni, e quella Teorema del Corpo, Donne scrivono l’eros, Fusibi-liaLibri, 2015.
Ha pubblicato nel 2015 per FusibiliaLibri la silloge “Profusioni”, ( nota editoriale di Adriana Gloria Marigo ).
E’ membro di EWWA European Writing Women Association, e di DVPJ, Deutscher Verband der Pressejournalisten.