Mater II
Io scrivo china per pulire
Tra il muro di follia, il suo alto
e la disperazione – io scrivo
acquattata in silenzio trascrivo:
Sono scappata forte,
devi tu alla figlia
al suo distacco revocato e fragile
non medicato, il sacrificio
di quelle molte voci urla, e smorfie
le ingiunzioni di stanza in stanza;
come buttata nel liquame,
che qualcuno mi getta compulsivo
e sempre al buio tento
le cose non vedere, e schivo i volti
che mi conoscevano.
Mi parlano dal mito e dal silenzio
una mistica bestemmia
in orizzonti funebri che entrano dal nord.
*
Io scrivo china per pulire
nell’inchiostro di infermità piegate
sui confini
del già veduto (del dicibile)
ma lei me lo riporta
massicciamente invasa, dietro
le costole degli occhi nella gola
come miele suo.
Intanto m’alzo; lei alza la voce
mi descrive il corpo, lo ri significa
cancella, ingombra
inizia da due dita in gola mi sommerge
poi, chiude gli occhi, io
non la riconosco.
( il viso, un gesto epico
in un vomito nascente ).
Dentro l’aria entra la voce
che piange che punisce, dice Va lontano
maledicta, né amata o stupefatta
di male, e di dolore.
Stanca seduta, io disfo il letto,
vivo l’arsura della crudeltà
odo il rintuzzo delle colpe,
colpo su colpo che da lontano
accede, lo trafigge, il sangue più pulito
mentre dice, Io uccido.
La sua voce la mia, una voce che parlava,
è uscita mi allontana
per un gesto violento che mi prende
in giro in sogno fino
alla mia morte,
le strofe della sua follia r e s p i r a n o;
e scrivo di un corpo che si perde
alle sbarre, al commento
che mi chiude in un grido a mezzanotte,
in q u e s t a notte di vomito freddo.
C’è pena sotto la volta di Milano
Di notte,
la notte aperta fra lenzuola io parlo
a voce alta comprimo,
anzi comprendo sentendomi negare
per ogni via il calvario
di madre crocifissa,
io cerco non vedere l’icona, oppure
vorrei farla vedere e fatta, ma conchiusa
lei va lontano blatera, sposta
ogni suo gesto dove non esisto –
Così entra la mia persona così
troverà spazio e semenza
per il suo futuro
che oscuro se lo punge e bruca,
come il suo dolore.
*
Gemono porte, c’è pena
sotto la volta di Milano, intanto
punge una natura
bistrattata con il suo passato;
la paura non è la mia –
ma femminile e forte l’io che sognava
ieri – soffre di raggelato assenso
al male, oggi –
di queste sue storture fa
di ogni mondo l’anima vorace,
la trasforma, e tace.
E’ sceso il bianco
E’ sceso il bianco giù in pianura
e un uomo che mi prende a sera,
la sola parlata che conosco:
il giorno evoca il corpo che l’ha generata,
scende verso la porta, poi a t t a c c a,
a tutti mi descrive come morta,
e dice cose su me sulla mia vita
come quelle antiche quasi
fossi un oggetto inanimato
va verso piante nude a dire oro e schifo,
ombra e luce,
tenta dentro di sé tenere strangolata
la carne dolce che l’ha generata;
intanto piovono le luci
a intermittenza da un alone blu, sui vetri
al davanzale.
*
A sera: la sua voce che danneggia,
è lei la lepre ,
con modi che scardinano, che bucano
nel viola; e non serene fa
tutte le mie giornate, le impoverisce
nuove, le violenta
come in un fumetto orribile
Ma c’è qualcosa nella sua balbuzie
A sera, che unisce
la sua voce che ticchetta al telefono,
o sbadata compone
nell’amore serale di un’amica
il diluvio, e tutte le sue pene
nella conversazione, ora lieta ora isterica
ora insoluta,
*com’era già tra noi la relazione.*
Guardo a riva se alcuno
trasporti via da me una lei lieta,
per andare a stornare
di traverso, riaffiorare più vere
le vene del suo mare.
Maria Pia Quintavalla, nata a Parma, vive a Milano. Suoi libri: Cantare semplice, Tam Tam‘84, Lettere giovani Campanotto ’90, Il Cantare, Campanotto‘91, Le Moradas, Empiria‘96, Estranea(canzone)Manni 2000, introduzione di A.Zanzotto, Corpus solum, Archivi‘900, 2002, Album feriale Archinto 2005, Selected Poems, Gradiva 2008, N.Y., China, Effige 2010, I Compianti, Effigie 2013, Vitae, La Vita felice 2017, Quinta vez, (Stampa 2009), 2018
Cura dal 1985 la rassegna e relative antologie, Donne in poesia, e le sue nuove rubriche: Scrivere al buio, (Casa della poesia ), Le Silenziose (Book City 2013, 2015 e 2017 ), Muse, Autori Resurrezioni (Expo cultura).
Il convegno nazionale Bambini in rima/La poesia nella scuola dell’obbligo, Atti su Allfabeta 1988. Premi: Tropea, Cittadella, Alghero Donna, Nosside, Borgomanero, Montano, Città S.Vito, Contini, Metauro, Alda Merini, Pontedilegno, Città di Como. Cinquina al Viareggio.
Tradotta in varie lingue ed antologie.
Collabora con Laboratori di scrittura a Lettere, Università agli studi di Milano.