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Maria Scerrato

8 gennaio 2024

Nel fremito e nel tremore
Canto di Camilla Regina dei Volsci
di Maria scerrato
Editore: Il Convivio Editore
Genere: poesia
Anno: 2023

Sinossi

L’eterna battaglia del femmineo sconvolge questi versi, che si caratterizzano per l’uso di un classicismo mai spossante. Tornano i miti, tornano le armature e il sangue, per scatenare la veemenza di chi deve restare in vita a tutti i costi, ieri come oggi, anche quando il destino è avverso, in un mondo che è sempre appartenuto al maschile. Un ritmo tradizionale e tuttavia contemporaneo, che rivendica fino alla fine il linguaggio come dote della donna, sempre sottovalutata, così come la sua forza, il coraggio, l’istinto di sopravvivenza, la voglia di riscatto e, perché no, anche il rancore.

Mirea Borgia

Nota di lettura ( estratto)

Con versi ancorati al mito, ma al tempo stesso moderni nel ritmo libero e ben scandito, la Scerrato calibra il passo di questo suo incedere nello specifico campo della memoria, letteraria e non (…).

Il personaggio/persona a cui è data voce nella silloge è Camilla, la virgiliana guerriera, educata “al perenne lottare / per essere libera”; ma anche donna combattuta, sospesa tra la morte e la vita. (…)

Nella versione di Maria Scerrato, Camilla incarna l’eccezionalità di una donna che ha forgiato l’indole e che ha plasmato l’essenza di un modo di essere proiettato nella modernità, libera e pronta a combattere. Attraverso poesie di intenso lirismo, viene svelata nella propria intimità, nei propri desideri, nei propri inevitabili conflitti interiori, rapportandosi eroicamente con gli altri e con la divinità. Il mito risulta profondamente intriso di realtà e Camilla finisce con l’apparirci come una sostanziale personificazione dell’intera Italia antica. Si confessa, prende coscienza, combatte, muore e, così facendo, approda all’eternità dello scoprirsi leggenda, sempre viva ed attualissima.

 

Davide Toffoli

 

 

Selezione di testi

 

Prologo

Femmina:

la mia condanna.
La vita non scelsi.
Eppure – la vissi.

I Il ramo d’oro

Nel bosco di cipressi
e ai crocicchi delle strade
ponete le fiaccole per fare luce.
Apparirà la Dea Trivia,
al capolinea degli incubi notturni,
a destare gli inconsapevoli desideri carnali,
a modulare l’apparire, l’essere e il divenire
di Diana, Ecate e Luna,
nei meandri della selva dei dubbi.
I miei astri vagano dispersi
per i sentieri dell’oggi,
nello spandersi smanioso
dell’umano, che brama di lambire
il potere divino.
Con stelle di mare tra i capelli
e conchiglie sulle palpebre,
accorrerò al richiamo della divinità
e seguirò il corteo delle vergini
dirette verso l’eterno.

VI Tempo

Il vento allunga le onde del mare
a levigare gli scogli,
l’aria della sera ha un sapore salino
e rende aspra la bocca
mentre attendo qui che il pesante Fato
si compia.
Corona di lauro, trofei di nemici
non sono più i miei desideri.
Di carezze il mio corpo ha fame e sete,
di baci profumati come veste nuova
che copre l’anima dal freddo dell’abbandono.
Anelo mani intrecciate,
braccia che cingono,
spalle su cui posare il capo
per liberarmi dalle inquietudini.
E invece i miei giorni sono fossili,
solitudine di pietra e roccia
e punta di dardo
nell’arco incoccato.
Se la guerra da l’onore
in cambio della morte,
preferirei morire e risorgere
dentro i tuoi occhi.

VIII Dubbi

In questo corpo di fanciulla ho riposto la virtù dell’eroe
e nel cuore la dolcezza, sublime dote femminea.
S’insinuano l’ardore e il coraggio nelle vene
scuotono le membra e le fanno tremare.
I muscoli guizzano, le braccia sono robuste,
le spalle erette e le gambe snelle per la corsa.
La mente e il cuore però restano vuoti
nella solitudine androgina.

Ho acconciato i capelli in riccioli graziosi
sotto l’elmo del soldato
e resta aperta la corazza sul seno acerbo.
Combatto contro i miei dubbi,
quelli che urlano nel silenzio.
Sono qui a domandarmi chi sono:
l’uno o l’altra?
Volsca o Etrusca?
Sposa o soldato?
A chi appartengo?
Alla mia gente o alla dea?
Io sono me e l’altro,
che è esso pure parte di me.
Vorrei essere e non essere.
E ripeto in un’eco
“Chi sono?”

Nell’ombra silente mi risponde
il cuore che batte.

XII Palude

All’alba, folaghe in volo sulle paludi
come croci nere,
stormi di beccacce a coronare il cielo.
Cinegetica lontana dal mondo degli uomini,
respiro umido ansante delle paludi,
sudore e fremito.
L’acqua marcisce nei rigagnoli
e lo scirocco allenta il sonno,
i versi assordanti degli uccelli
negli orecchi
e poi è il silenzio che precede la morte perché tutti tacciono
quando la preda è scelta.
Acre e forte è l’odore della paura di chi fugge per salvarsi la vita.
La direzione del vento
lo indica agli inseguitori.
Nella corsa forsennata abbaiano i cani.
I giavellotti hanno raggiunto il cinghiale.
La rete lo imbriglia.
Il potente colpo della scure
lo raggiunge e lo schianta.
E infine il coltello affondato nel ventre
svela le viscere
e il fegato rosso di sangue.
È tutto finito quando muore la vita.

XIII Mater matuta

Sono nata dal dolore della madre,
tra le urla e il pianto, nei travagli del parto
quando vita e morte si sono unite.
Ho assaporato la rugiada
trattenuta sui petali dei fiori,
come latte mai succhiato dal materno seno.
Senza ricordi, ho indovinato il tuo volto
nella fiamma del fuoco,
immagine consunta
fino alla cenere, di infelici desideri.

Mi hai lasciata,
fiore senza stelo,
trasportato dal vento.
La tua eredità è il sangue
il dolore del lutto,
il cercarti in ogni montagna,
fiume, albero o frutto,
negli occhi degli animali uccisi nella caccia nelle infinite stelle nel cielo
nelle gocce d’acqua del lago.

Terra-madre
tornerò a te.
Sepolta tra le tue zolle
mi ridarai un giorno la vita,
che sarà fiore, che sarà frutto
che sarà seme,
che sarà morte di nuovo
e di nuovo vita.

XIV Aruspicina

Curvo sui fumi di una nebbia cinerina,
mio padre interrogava le viscere fumanti della capra e ogni volta vedeva l’uccello nero
del nefasto presagio.
La morte compariva per cercarmi;
per questo mi nascose nella selva
nell’alveo oscuro della dea
come animale di carne e sangue.

Ma l’implacabile signora
reclama ovunque le sue vittime
e sa attendere.

Nel silenzio del rovo,
nell’intimo mio tormento
rinfrancato dai giorni di pioggia nel bosco,
sotto le fronde gocciolanti,
nel fremito e nel tremore,
si spegne l’attesa.
Il suono del corno
mi chiama:
è caccia, è guerra, è morte.

XX Conscientia

È un veliero di ritorno dal mare
l’anima dopo la burrasca della separazione.
Un sentiero torto sotto la neve,
che gradatamente si scioglie
e un macigno inamovibile nel petto.
Vorrei trovare le parole per liberarmi
ma dovrei immergermi nelle acque agitate dell’anima,
scavare, con la polvere sotto le unghie, i ricordi sepolti
per riportare alla luce i dolori, i gemiti soffocati,
i silenzi, le attese tessute negli anni.
Se potessi afferrare un solo raggio di sole
te lo offrirei sull’altare
e rinuncerei solo per te alla verginità divina.

Epilogo

Non mi cercate tra i fiori della terra. Io non sono mai esistita,
se non prigioniera nel canto
di poeti impostori.

In pochi versi trapunti di luce,
mi hanno fatto nascere, vivere e morire, senza darmi mai la parola.


MARIA SCERRATO

Laureata in Lingue straniere,  insegna Inglese nel Liceo Scientifico di Alatri (FR), città dove vive. Scrittrice versatile ha pubblicato tre romanzi (Fiori di ginestra Artestampa 2016; La guerra delle due lune, D’Amico editore 2018, Il Gentiluomo inglese, Valtrend 2020) e inoltre poesie, saggi e racconti, con i quali ha vinto o è stata segnalata in numerosi premi letterari (Città di Latina, Città di Arce, Tuscia Libris, Zeno, Generale De Cia, Hombres Itinerante et al.). Si interessa alla storia, alle tradizioni e alla cultura del Lazio meridionale che è anche lo scenario privilegiato delle sue opere. È cofondatrice del Circolo dei Poeti Erran(ti) e membro di giuria in diversi premi nazionali.
Ha pubblicato una prima silloge poetica nel 2022 dal titolo, Sassi, corolle e mutevoli colori, vincitrice con pubblicazione del premio Hombres.
Nel fremito e nel tremore, Il Convivio editrice 2023 è la sua seconda raccolta poetica.

PUBBLICAZIONI

narrativa

  1. Fiori di ginestra: donne briganti lungo la Frontiera 1864-1868 ARTESTAMPA, Roccasecca 2016
  2. La guerra delle due lune, D’AMICO EDITORE, Nocera Inferiore, 2018
  3. Il gentiluomo inglese, con Lucia Scerrato, VALTREND, Napoli 2020

poesia

  1. Sassi, corolle e mutevoli colori, Associazione Hombres 2022
  2. Nel fremito e nel tremore. Canto di Camilla Regina dei Volsci, Il Convivio Editore, 2023

saggistica

  1. La chitarra magica, saggio storico-organologico sulla chitarra battente pubblicato su La chitarra battente: metodo base di Francesco Loccisano e Marcello De Carolis, Fingerpicking edizioni 2019.
  2. Brigantesse, saggio sul brigantaggio femminile nel volume I Briganti a cura di Renato Mammucari edito da Luoghi interiori, Perugia 2020
  3. Traduzione di brani dell’opera di J.I Middleton sulle mura ciclopiche, pubblicata su I Taccuini del Grand Tour con il titolo J.I. Middleton, un archeologo americano nel Lazio, 2020.
  4. Femmina e briganta: quando le donne imbracciarono il fucile, saggio sul Brigantaggio femminile, pubblicato sul quaderno dell’associazione Genesi, “Donne sulla linea del tempo”n. 2, 2022.

in antologie

  • XIV Premio Cavallari di Pizzoli, 2018
  1. Il Tempo, gli uomini e le cose, Edizioni Il Viandante 2019
  2. Vi parlerò di lei, Premio Rina Gatti 2020
  3. Racconti in 100 parole, Giulio Perrone editore 2020
  4. I segreti della Ciociaria, Rudis Edizioni 2021
  5. Premio letterario nazionale Città di Viterbo, Tuscia libris, 2021
  6. Premio letterario nazionale Città di Ascoli, 2021
  7. Ciociari per sempre, Edizioni della sera, 2021
  8. Poeti del Lazio meridionale, Circolo dei Poeti Erra(n)ti 2022